Possiamo ridurre l’impatto ambientale dalle cose che mettiamo sulla nostra tavola?
La risposta è affermativa.
Ciao a tutti ragazzi, io sono alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore dell’associazione ecologista Keep the Planet e oggi parleremo di alimentazione sostenibile.
Parlare di cibi e alimenti è fondamentale in quanto la produzione di cibo è l’attività umana che impatta maggiormente la salute degli ecosistemi naturali.
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E’ ormai evidente, che per garantire la salute a lungo termine del Pianeta, si deve ridurre drasticamente l’impatto negativo dell’agricoltura intensiva, il consumo delle risorse naturali, trasformare i mercati e modificare i nostri stili di vita.
La produzione di cibo è l’attività dell’uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (31%), superando il riscaldamento degli edifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%)
Oggi i problemi ambientali legati al nostro modello produttivo sono sotto gli occhi di tutti.
Dalla deforestazione fuori controllo per far spazio ai campi coltivati, agli stock ittici sovrasfruttati fino al collasso ecologico di tante specie, è evidente che dobbiamo agire in fretta.
Il cibo che ogni giorno arriva sulle nostre tavole è prodotto e trasformato da milioni di agricoltori e intermediari sparsi nei quattro angoli del pianeta.
Con le attuali diete e pratiche di produzione, sfamare una popolazione di 7,7 miliardi di persone in costante aumento sta degradando gli ecosistemi terrestri e acquatici, esaurendo le risorse idriche e accelerando i cambiamenti climatici.
Cosa significa alimentazione sostenibile
Un’alimentazione sostenibile prevede il consumo di cibo nutrizionalmente sano, con una bassa impronta ecologica in termini di uso di suolo e di risorse idriche impiegate, con basse emissioni di carbonio e azoto, attento alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, ricco di prodotti locali e tradizionali, equo e accessibile per tutti.
Come sempre un problema complesso non ha soluzioni facili e immediate, tuttavia, da qualche parte dobbiamo iniziare.
Anche l’Unione Europea ha stilato la sua strategia per costruire un sistema alimentare sostenibile.
Il sistema alimentare, dalla fase di produzione fino al consumo e agli sprechi, ha un forte impatto sull’ambiente, sulla salute e sulla sicurezza alimentare.
Il 20 maggio 2020 la Commissione europea ha presentato la strategia ‘dai campi alla tavola’ con l’obiettivo di costruire un sistema alimentare sostenibile, per salvaguardare la sicurezza alimentare e tutelare i cittadini europei e la natura.
Siamo noi infatti con le nostre azioni quotidiane ad avere il potere di influenzare le grandi decisioni politiche che riguardano tutti.
Quindi, come fare per ridurre il nostro impatto ambientale attraverso il cibo che mettiamo in tavola?
Nonostante i grandi avanzamenti tecnologici effettuati in fatto di produzione alimentare, sono ancora molti i problemi da risolvere.
Ai due estremi troviamo due paradossi, da una parte una larga fetta di popolazione sovrappeso che con le sue scelte alimentari fatta di cibo spazzatura industriale e di elevati consumi di prodotti animali sta seriamente minando le capacità rigenerative del pianeta, dall’altra oltre un miliardo di individui che ha serie difficoltà a mettere insieme il pranzo e la cena.
Potremmo ricercare mille cause alla situazione attuale, ma la sola risposta valida è il capitalismo fondato sulla crescita infinita che crea eccessi e diseguaglianze.
Se vogliamo prosperare nel futuro prossimo come specie, dobbiamo cambiare totalmente il nostro modo di alimentazione evitando comportamenti sbagliati e incentivando nuove abitudini capaci di fare la differenza.
Come ridurre il proprio impatto ambientale a tavola
Una delle certezze del capitalismo moderno è che se c’è domanda, qualcuno offrirà l’offerta.
Fintanto noi consumatori con le nostre scelte quotidiane chiediamo certi prodotti, certi prodotti verranno forniti.
Capito questo, dobbiamo prendere atto che siamo noi con le nostre azioni ad avere l’ultima parola.
Comprare o non comprare fa tutta la differenza del mondo.
Primo comportamento virtuoso per un’alimentazione sostenibile è quello di evitare categoricamente ogni spreco alimentare.
Ogni settimana in Italia lo spreco alimentare pro capite è di circa 700 grammi, per un valore di 3,76 euro settimanali e di 196 annuali
Cinque anni fa un italiano su due ammetteva di gettare cibo quasi ogni giorno. L’anno scorso solo l’1% della popolazione dichiarava di farlo.
A livello individuale dobbiamo diventare dei migliori pianificatori, aumentare la nostra organizzazione quotidiana e fare qualche piccolo sacrificio.
Nonostante il trend sia in calo, possiamo ancora fare molto per evitare lo spreco di cibo.
Una vecchia strategia ancora valida è quella di andare a comprare il cibo a stomaco pieno, nel mio caso funziona.
Seconda azione molto importante per adottare un’alimentazione sostenibile è quello di ridurre il proprio consumo di carne, specialmente quella rossa.
È ormai accertato dalla comunità scientifica internazionale che la produzione industriale di carne ha un impatto maggiore sull’ambiente rispetto ad altri prodotti di derivazione vegetale, sia per quel che riguarda il cambiamento climatico sia per la scarsità idrica, ed è inoltre tra le principali cause di deforestazione, erosione del suolo, inquinamento dell’aria e dell’acqua, perdita di biodiversità, ingiustizia sociale e diffusione delle malattie.
Dal punto di vista ambientale, non tutte le carni sono uguali, quella di bovino è nettamente la peggiore sia in termini di emissioni sia in termini di consumi idrici.
Se per produrre un chilo di carne di maiale e di pollo consumiamo dai 3 ai 4 chili di anidride carbonica e circa 5000 litri di acqua, per ogni kg di filetto di manzo si arriva fino a 60 kg di CO2 e 15.500 litri di acqua.
Se non vuoi rinunciare alla carne, cerca di ridurre il numero di volte in cui la mangi a settimana e le porzioni, consumando meno carne e di migliore qualità (prodotta localmente con metodi di allevamento estensivo) e sostituendo il resto con altre fonti proteiche.
Sono le scelte che si fanno al supermercato, nella spesa quotidiana, che possono pertanto impattare in modo positivo o negativo sulle emissioni del gas serra e quindi dei cambiamenti climatici.
Senza inoltre dimenticare la sofferenza degli animali negli allevamenti intensivi.
Se cerchi una soluzione al problema sia dal punto di vista ambientale sia salutare, la risposta la trovi in una dieta prevalentemente vegetariana con prodotti locali.
Alla base della piramide alimentare ci sono tante verdure, un po’ di frutta, legumi e cereali.
Per poi salire via via con i cibi che vanno consumati con moderazione come tutti quelli di origine animale.
Diventare una persona prevalentemente vegetariana non farà di te un bravo cittadino attento all’ambiente, per avere un’alimentazione sostenibile infatti è di importanza fondamentale prestare attenzione alla provenienza del cibo che acquisti.
Un esempio ci arriva dalla frutta tropicale come ananas, banane e avocado, sono colture dal forte impatto ambientale e che per arrivare da noi devono attraversare l’intero globo terrestre.
La regola fondamentale da seguire è la vicinanza del luogo di produzione e la tracciabilità del prodotto.
Leggere le etichette è noioso, ma necessario se vogliamo ridurre il nostro impatto.
Attenzione inoltre alla stagionalità del cibo che acquisti, frutta e verdura fuori stagione infatti necessita di più risorse che incrementano il danno ambientale.
Un cibo amico dell’ambiente sono i bivalvi di allevamento come le cozze, queste strutture infatti oltre ad offrire rifugio ai pesci, sequestrano grandi quantità di anidride carbonica utilizzata per la costruzione del guscio del mollusco.
Se possibile, quando possibile, rivolgiti ai produttori locali che utilizzano metodi biologici. I vantaggi sono enormi sia per la salute, sia per l’ambiente.
L’agricoltura tradizionale impiega grandi quantità di pesticidi che stanno provocando uno dei disastri ecologici più gravi dei nostri tempi, il collasso degli insetti impollinatori.
Ho dedicato alcuni video all’importanza dei nostri piccoli amici insetti, amici importantissimi perché senza di loro circa 1/3 del cibo in tavola scomparirebbe per sempre.
Attenzione inoltre al confezionamento eccessivo intorno a molti prodotti industriali, un’usanza purtroppo molto usata, ma che è strettamente legata all’essenza stessa del capitalismo.
Quindi, dopo questo breve video, cerchiamo di riassumere i giusti comportamenti per ridurre il nostro impatto ambientale:
1-ridurre il consumo di carne
2- evitare gli sprechi inutili
3-comprare prodotti locali di stagione
4-scegliere aziende biologiche
5-evitare prodotti con confezionamento eccessivo.
Poche regole, ma chiare, le seguirai?
Bene, per oggi è tutto, grazie, Alessandro
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