Iniziamo questa serie di articoli dedicati al Messico con uno degli animali più straordinari del pianeta.
Secondo la leggenda, l’Axolotl è il dio azteco del fuoco e del fulmine, Xolotl, che si travestì da salamandra per evitare di essere sacrificato.
Ambystoma mexicanum, ma conosciuto meglio con il nome di Axolotl, è una salamandra famosa in tutto il mondo per via di una sua peculiarità:
- il simpatico animale conosce il segreto dell’eterna giovinezza.
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Chi è l’Axolotl messicano
L’animale è un anfibio appartenente all’ordine dei caudati, del genere ambyostoma rappresentato da un gran numero di specie endemiche del Nord America.
Il Messico è il paese che ospita la maggiore biodiversità di salamandre con ben 17 specie.
Sono animali a sangue freddo che vivono la maggior parte del tempo in acqua, dove respirano attraverso le branchie, la pelle o utilizzando i loro rudimentali polmoni.
Le salamandre se effettuano la metamorfosi raggiungono lo stadio adulto diventano terrestri e modificano la loro respirazione da acquatica a prettamente terrestre grazie ai loro polmoni .
La metamorfosi da stato larvale ad adulto non viene quasi mai effettuata dall’axolot messicano
L’axolot infatti trascorre tutta la sua intera esistenza nello stato giovanile, caratteristica conosciuta con il nome di neotenia.
L’axolot mantiene strutture prettamente larvali per tutta la sua esistenza come ad esempio le vistose branchie esterne e la pinna dorsale da girino.
E come se tutto questo non bastasse, è anche capace di rigenerare parti mancanti del suo corpo.
La neotenia dell’Axolotl
L’Axolotl potrebbe venir meno alla sua forma larvale effettuando la metamorfosi completa se le condizioni ambientali non dovessero essere favorevoli allo stato larvale.
La neotenia funziona grazie ad un gene che limita la sintesi degli ormoni TSH (ormoni stimolanti la tiroide).
Da questo ne deriva una produttività scarsa degli ormoni tiroidei insufficienti per provocare la metamorfosi.
Grazie alla sua peculiarità di mantenere tratti larvali durante tutta la sua vita, ambyostoma mexicanum è la specie più conosciuta e studiata perché è utilizzata come specie modello dalla ricerca scientifica.
Quello che affascina i ricercatori di tutto il mondo sin dal suo primi arrivo in Europa nel 1864 a Parigi, è la capacità dell’axolot di rigenerare intere parti del suo corpo. È in grado infatti di ricostruire quasi ogni tipologia di tessuto come coda, branchie, occhi, organi interni e arti in poche settimane.
Non a caso, l’Axolot messicano è ampiamente allevato in cattività a livello mondiale, tuttavia allo stato selvatico questo particolare animale sopravvive solamente in un singolo habitat, il lago di Xochimlco.
Dove vive l’Axolotl
Il lago di Xochimlco è costituito da una rete di canali di acqua dolce situati a sud della capitale messicana, Città del Messico.
Un tempo il lago era parte di una vasta rete di lagune e canali che occupavano completamente la cosiddetta Valle de Mexico, nel centro del paese centroamericano.
Trovandomi in Messico, ovviamente non potevo non andare a visitarlo.
Oggi il lago di Xochimilco è una popolare attrazione turistica molto frequentata dove è possibile noleggiare un’imbarcazione ed effettuare un giro dei canali.
Qui è possibile visitare diversi alojatari, centri di riproduzione dell’Axolot.
Nei tempi preispanici, la Valle de Mexico era una valle lagunare ricchissima di biodiversità. Non a caso anche gli aztechi scelsero questa zona per fondare la loro grande città Teotihuacan.
Questo sistema lagunare si alimentava dalle numerose sorgenti e fiumi che scendevano a valle dalle catene montuose presenti nelle zone circostanti, tuttavia con l’arrivo dei conquistadores spagnoli, con la crescita di Città del Messico nei secoli successivi che richiedeva grandi quantità d’acqua e con l’incremento della popolazione, questa vasta rete di canali si ridusse notevolmente.
Status di conservazione Axolotl
Oggi rimane solamente un’infinitesima parte dell’antico sistema lagunare rendendo di fatto l’habitat naturale dell’Axolot composto esclusivamente da un piccolissimo areale.
Ad aggravare la situazione ecologica di questo habitat è stata la scellerata decisione di inserire diverse specie aliene come la carpa e la tilapia che divennero ben presto una seria minaccia per la sopravvivenza dell’Axolot.
Un censimento effettuato nel 1998 quantifico in 6000 Axolotl per km 2, mentre nel 2014 solamente 35 esemplari per km 2.
Oggi nonostante siano presenti moltissimi esemplari in cattività, allo stato selvatico l’Axolot è considerato una specie in pericolo critico di estinzione.
Nonostante l’Axolot sia un animale longevo capace di vivere fino a 15 anni d’età, con una dieta ampia composta da insetti, crostacei e piccoli pesci, oggi ha visto perdere il suo ruolo da predatore per via dell’introduzione di grandi pesci.
Uno studio del 2019 valuto un numero variabile dai 50 ai 1000 esemplari stimati in totale allo stato selvatico rendendolo prossimo all’estinzione.
La cattiva qualità delle acque contaminate da residui agricoli e cittadini, l’introduzione di specie aliene e il ridotto habitat sono una seria minaccia per la sopravvivenza della specie.
Purtroppo l’Axolot è anche soggetto al bracconaggio illegale in quanto è considerato una prelibatezza culinaria sin dai tempi degli Aztechi.
La UNAM, l’istituto di biologia dell’università di Città del Messico ha avviato un progetto di conservazione rivolto al recupero della specie nel suo habitat naturale.
Per farlo si sta cercando di ripristinare parte della laguna attraverso la costruzione delle Chiampas, isole artificiali composte da piante acquatiche che aiutano a filtrare e ripulire le acque.
In queste zone i ricercatori prestano particolare attenzione alla rimozione delle specie aliene e in generale a tutte le minacce che affliggono l’Axolot.
Si sono avviati inoltre dei programmi di ecoturismo per l’avvistamento di Axolot nella laguna così da poter finanziare la conservazione e la creazione di posti di lavoro.
Un altro progetto prevede l’individuazione di un lago simile a Xochimiclo dove una coppia di Axolot in condizioni controllate sono rilasciati per creare un habitat supplementare a quello di Xochimiclo.
Ci riusciranno i ricercatori messicani a salvare l’Axolot?
I primi risultati ci fanno ben sperare….