Un articolo di Alessandro Nicoletti sulla biodiversità, il valore più importante del pianeta che dobbiamo salvaguardare. Buona lettura!!!
Perché è così rilevante preservare la biodiversità?
La biodiversità rafforza la produttività di un qualsiasi ecosistema (di un suolo agricolo, di una foresta, di un lago, etc.) e, essendo di grande valore per il Pianeta terrestre, è bene proteggerla.
La perdita di biodiversità contribuisce ad accrescere l’insicurezza alimentare ed energetica, ad aumentare la vulnerabilità ai disastri naturali e ad accelerare cambiamenti climatici (ne sono validi esempi le alluvioni, le tempeste, le inondazioni, gli scioglimenti dei ghiacciai etc.).
L’incuranza di preservare la biodiversità degli ecosistemi ambientali diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la qualità delle risorse idriche e provoca un depauperamento delle tradizioni culturali.
Ciascuna specie animale e vegetale riveste ed espleta un ruolo specifico e di prim’ordine nell’ecosistema naturale in cui vive e, in virtù del suo ruolo, costituisce un valido ausilio a mantenere gli equilibri vitali dell’ecosistema.
Si pensi, ad esempio, all’importanza di ogni specie, il suo ruolo e la sua importanza costituiscono un patrimonio unico e genuino su scala mondiale e locale.
Una più vasta varietà di specie animali e vegetali è sinonimo di una maggiore diversità di specie: la biodiversità assicura la naturale sostenibilità di tutte le forme di vita, un ecosistema in buona salute reagisce meglio alle debolezze e contribuisce a rafforzare il patrimonio culturale e biologico, tramandandolo di generazione in generazione.
La biodiversità ha un valore davvero inestimabile per la nostra umanità e per la conservazione della vita sul Pianeta terrestre, un depauperamento rischia di “mietere vittime” e di mettere a repentaglio la vita sulla Terra e la scomparsa del nostro genus.
Inoltre, non si deve dimenticare che la biodiversità è importante perché è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi: gli specialisti parlano e pongono l’accento sul ruolo dei servizi ecosistemici che sono classificati in servizi di supporto, di fornitura, di regolazione e culturali.
Tutte le comunità umane, animali e vegetali del pianeta terrestre ne beneficiano enormemente. Aiutiamoli a preservarsi e a conservarsi nel tempo, senza cagionare inutili depauperamenti!
La biodiversità ha un ruolo chiave nella costruzione dell’economia globale degli Stati a livello planetario: si pensi, ad esempio, a come la biodiversità vegetale costituisca la base dell’agricoltura, del comparto primario, consente la produzione di cibo e contribuisce alla salute e al corretto fabbisogno nutrizionale di tutta la popolazione mondiale.
Oltre un terzo della frutta, degli ortaggi e di tutte le colture vegetali verrebbe meno se non ci fossero gli insetti impollinatori (api, vespe, farfalle, mosche, etc.) che, depositandosi sulle infiorescenze, assolvono ad una funzione di “trasportatori” di polline delle antere maschili sullo stigma dell’organo femminile, dando luogo alla fertilizzazione.
Ci sono oltre 130.000 colture vegetali a cui le api assolvono un ruolo fondamentale di perfette “impollinatrici”: purtroppo, però, le api stanno subendo una moria drammatica in questi ultimi anni.
Si pensi solo a questa rovente estate 2017, il caldo torrido ed i cambiamenti climatici hanno cagionato vittime tra gli impollinatori e, le api sono tra le specie più a rischio.
La difficoltà di produrre miele e di impollinare le specie vegetali da parte delle api è cagionata dal drammatico scenario che ogni anno si sta sempre più concretizzando: distruzione e degradazione degli habitat, comparsa di nuove malattie (anche tropicali), ricorso ai trattamenti antiparassitari e maggiore utilizzo di erbicidi in agricoltura.
Molte ricerche scientifiche hanno messo in evidenza come le onde elettromagnetiche cagionino inquinamento e provochino radiazioni che interferiscono con il sistema ambientale degli insetti, inibendogli la possibilità di rintracciare la via dell’arnia, portandoli a disperdersi e a morire altrove.
La biodiversità espleta un ruolo centrale nella produzione di cibo e di nutrimento per le specie vegetali e animali, di fibre naturali (cotone, lino, canapa, lana, ecc.), materie prime per la produzione di energia (legno e minerali fossili).
Il depauperamento della biodiversità cagiona impatti piuttosto pesanti sull’economia mondiale e sullo stato di salute della società umana, riduce la disponibilità di risorse alimentari, provoca la fame nel mondo, la mortalità infantile, il rischio di epidemie, il dispendio di risorse energetiche e la carenza medicinali.
Attualmente il business mondiale dei farmaci vale oltre 650 miliardi di dollari e, quasi la metà del giro d’affari dei farmaci proviene, direttamente o indirettamente dai regni vegetale e animale.
Perché dissiparlo? E’ un grande rischio depauperare la biodiversità, è un dovere di tutta l’umanità preservarla per le future generazioni e per la sopravvivenza del genus umano.
Ecco perché è importante fin da bambini avere una buona educazione ambientale che porti ad essere sensibili e rispettosi di tematiche tanto attuali e rilevanti per il futuro della civiltà.
Tra queste assumono un ruolo centrale: lo sviluppo sostenibile, il rispetto dell’ambiente, la riduzione degli sprechi, la riduzione di inquinanti e, soprattutto, la conservazione della biodiversità.
In questa guida, cerchiamo di capire quali sono le reali ragioni che devono sempre di più spingere e sensibilizzare tutta l’umanità a preservare la biodiversità degli ecosistemi.
Nell’indagare le diverse ragioni, è rilevante partire dalla ricerca di una valida definizione di biodiversità per poi passare alla distinzione che intercorre tra quella terrestre e marina. Buona lettura!
Definizione di biodiversità
La biodiversità, come già anticipato ampiamente in premessa, è sinonimo di diversità biologica e deve essere intesa come “varietà di organismi viventi, nelle loro diverse forme, e dei rispettivi ecosistemi”.
Nelle scienze ecologiche, la biodiversità comprendere l’intera variabilità o diversità biologica di specie (animali e vegetali), nicchie ecologiche, geni ed ecosistemi naturali (terrestri e marini).
La scienza stima l’esistenza di circa 1,75 milioni di specie e, sempre di più, nuove specie vengono scoperte e aggiunte continuamente al patrimonio totale.
Tuttavia, una grande minaccia per la diversità biologica è costituita dall’estinzione della specie che costituisce, al contempo, una gravissima minaccia per tutta la specie vivente.
Per definire e capire meglio che cosa sia la biodiversità, si riporta la nozione citata nella fonte bibliografica dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che definisce come la biodiversità come “la varietà di organismi viventi in esso presenti e, può essere descritta in termini di geni, specie ed ecosistemi”.
Il decennio 2010-2020 è stato dichiarato dall’ONU come “Decennio della Biodiversità”.
Lo stesso termine biodiversità deriva e risulta essere la traduzione letterale del termine anglosassone biodiversity; una traduzione alternativa si potrebbe essere quella di “varietà della vita” presente sul pianeta.
Tuttavia, la nozione di biodiversità si è ormai consolidato nella letteratura scientifica e viene comunemente utilizzato nei diversi ambiti culturali.
Nella letteratura scientifica, esistono ben tre distinti livelli di biodiversità che è importante ricordare:
- diversità di specie (la più conosciuta) intesa come abbondanza e diversità di specie (animali e vegetali) presenti sul Pianeta terrestre;
- diversità genetica, intesa come sommatoria del patrimonio genetico degli esseri che vivono sul Pianeta terrestre;
- diversità di ecosistemi, ovvero l’insieme di tutti gli ambienti naturali presenti sul Pianeta.
La nozione e la definizione scientifica di biodiversità non è stabile, ma variabile e mutevole; basti pensare semplicemente al fatto che la biodiversità delle specie può incrementare o depauperarsi nel tempo a causa di diversi fattori di carattere naturale e/o antropico.
Di qui, ben si comprende come la biodiversità sia rilevante per il patrimonio dell’uomo e di tutte le specie animali e vegetali.
Perché è importante la biodiversità
La biodiversità ha un ruolo fondamentale, si è già sottolineato in premessa come la diversità biologica rafforzi la produttività di un qualsiasi ecosistema (di un suolo agricolo, di una foresta, di un lago, etc.).
Il depauperamento di biodiversità contribuisce all’incremento dell’insicurezza alimentare ed energetica, all’aumento della vulnerabilità ai disastri naturali, alla diminuzione del livello della salute all’interno della società e all’impoverimento delle tradizioni culturali.
È grazie alle biodiversità presenti nei vari ecosistemi ambientali che si garantisce la produzione agro-alimentare, fonte primaria ed economica del nostro paese e dell’intero globo terrestre.
Si pensi al ruolo chiave della biodiversità nelle produzioni foraggere, agricole e nell’allevamento animale: le differenze fra i vari vitigni consentono di produrre diversi tipi di vino; la diversità genetica dei microrganismi di alcune grotte determina il sapore specifico di alcuni formaggi (ad es. il gorgonzola, taleggio, etc.); le diverse caratteristiche biologiche che consentono degli alberi consentono di adattarsi alle varie condizioni climatiche e determinano le caratteristiche pregiate dei vari legni utilizzati nel comparto arredo, costruzioni navali, design, etc.; la diversità genetica dei lieviti determina il diverso sapore dei lievitati o fermentati (birra, pane e pizza, yoghurt etc.) e la lista potrebbe continuare.
Da questi piccoli esempi sull’importanza rivestita dalla biodiversità, è importante capire come esistano vari e importanti motivi per mantenere un’elevata biodiversità.
La perdita di specie, di geni o varietà comporta il rischio dell’insorgenza di una serie di danni di diverso ordine:
- economico, in quanto riduce le risorse naturali con il loro potenziale sfruttamento economico;
- ecologico, in quanto comporta e cagiona un degrado della funzionalità degli ecosistemi;
- culturale, in quanto si dissipano le conoscenze e le tradizioni umane legate alla biodiversità.
Inoltre, dal punto di vista biologico, l’importanza e la rilevanza della biodiversità è data dal fatto che la vita sulla Terra è resa possibile grazie ai c.d. servizi forniti dagli ecosistemi che conservano un certo livello di funzionalità.
Si pensi, ad esempio, ai servizi di fornitura (cibo, acqua, foraggio, legno e fibre), a quelli di regolazione (esempio: assesto idrogeologico, riciclo dei rifiuti, qualità delle risorse idriche); a quelli culturali e di supporto (fotosintesi, riciclo dei nutrienti, etc.).
Biodiversità terrestre e marina
Come si è già messo in evidenza la biodiversità assolve ad una funzione di garanzia della vita sulla Terra ed è di fondamentale importanza per le varie Istituzioni politiche ed Autorità (Stato, Regioni, Comuni) tutelare e promuovere la conservazione e la preservazione della biodiversità, intesa in senso olistico.
Tuttavia, nelle discipline ecologiche e biologiche si distingue tra biodiversità terrestre da quella marina e, numerosi sono gli studi e le ricerche scientifiche che li “scindono” in due distinte branche di studio e di ricerca scientifica.
“Come mai la biodiversità degli ecosistemi marini è di molto inferiore a quella dei sistemi terrestri?”
E’ questo un quesito molto interessante che ci aiuta a comprendere come la biodiversità terrestre rivesta un’importanza superiore rispetto a quella marina.
Si tratta di un quesito posto da due grandi studiosi e ricercatori dell’Università della California, Richard Grosberg e Geerat Vermeij, meravigliati dalla scoperta del minor numero di specie presenti nell’ecosistema marino (circa il 95% delle specie multicellulari sono terrestri), a scapito della sua vastità e dell’evoluzione nel tempo.
La vita è nata proprio in ambiente marino tra 3,5 e 3,8 miliardi di anni fa e il quesito assume un ruolo fondamentale in questo articolo scientifico alla luce dei dati scientifici oggi in nostro possesso.
“Un singolo ettaro di foresta tropicale può contenere circa 500 specie di alberi e oltre 25.000 specie di insetti, mentre le barriere coralline (l’equivalente marino delle foreste tropicali terrestri) contengono circa 300 specie di coralli, 600 di pesci e 200 di alghe”.
Questi dati sono sconcertanti e ci danno la possibilità di argomentare meglio la netta “spaccatura” che si è venuta a creare tra gli studi scientifici sulla biodiversità marina e quella terrestre, anche se è errato pensare che le due sfere non siano tra loro “compenetranti”.
Secondo i ricercatori, fino a 400 milioni di anni fa la biodiversità marina superava di gran lunga quella terrestre, ma i vantaggi evolutivi legati al regno delle angiosperme ha determinato (circa 100 milioni di anni fa) un’esplosione di nuove piante che si adattarono ai diversi microclimi terrestri.
Con il processo di evoluzione e di adattamento, molti insetti si sono specializzati nell’impollinazione delle nuove piante “da fiore”; parimenti, è accaduto per il regno dei batteri, muffe, parassiti ed erbivori.
Maggiore complessità degli habitat terrestri rispetto a quelli marini, dal punto di vista dell’evoluzione della specie ha prodotto “nuove nicchie ecologiche” specie a livello dei tropici.
Secondo Grosberg e Vermeij “la chiave dell’enorme biodiversità terrestre risiede nella ‘collaborazione’ tra piante da fiore e impollinatori, che ha permesso il mantenimento di popolazioni di piante costituite da pochi individui dispersi nello spazio, ovvero ha permesso il mantenimento di specie ‘rare’.
Per queste, di fatto sono gli animali a trasferire i gamenti, garantendone la riproduzione.
Niente di simile esiste in mare, dove gli organismi marini tendono a vivere in aggregazioni e adottare strategie costose per riprodursi. Nonostante sia sempre possibile, che molte specie marine siano ancora sconosciute, si tratta sicuramente di uno scenario interessante”.
I paesi e i mari a maggiore biodiversità
A livello di continenti terrestri e “azzurri”, la bellezza del nostro Pianeta è rivestita dalla possibilità di preservare la biodiversità dei vari ecosistemi naturali.
Ma quali sono i Paesi “Megadiversi”?
Con tale espressione, si suole enucleare e fare riferimento al grappolo di paesi che, a livello continentale, detengono la maggioranza delle varietà e delle specie viventi (animali e vegetali terrestri e marini) e, sono considerati i più ricchi di biodiversità del globo terrestre.
Il Centro di monitoraggio per la Conservazione della Natura (UNEP-WCMC) assolve alla sua funzione di Agenzia delle Nazioni Unite e ha individuato ben 17 paesi megadiversi, la maggior parte dei quali sono ubicati nelle aree tropicali.
Ecco i 17 paesi megadiversi, i più ricchi di biodiversità:
- Australia
- Brasile
- Cina
- Colombia
- Ecuador
- Filippine
- India
- Indonesia
- Madagascar
- Malesia
- Messico
- Papua Nuova Guinea
- Perù
- Repubblica Democratica del Congo
- Stati Uniti
- Sudafrica
- Venezuela
Data memorabile è il 18 febbraio 2002, quando nella città messicana di Cancún si formalizzò l’istituzione del gruppo di Paesi megadiversi con la volontà dichiarata di avviare un progetto di cooperazione per la conservazione della biodiversità terrestre e marina.
Leggi a protezione della biodiversità
Durante il XX secolo si è sempre più sentita la necessità da parte delle singole Istituzioni e dei Governi di emanare delle normative di regolamentazione atte a tutelare e preservare la biodiversità, sia animale e sia vegetale.
In particolare, la produzione normativa a livello internazionale si è accentuata negli anni Novanta del secolo scorso con oltre un decennio importante dal punto di vista della tutela della Biodiversità.
Le Nazioni Unite e la Comunità europea hanno adottato diverse iniziative per la salvaguardia delle specie viventi e degli habitat naturali; le principali Convenzioni internazionali ratificate a favore della biodiversità sono:
la Convenzione di Ramsar sulle zone umide del 1971
la Convenzione di Washington del 1973,
la Convenzione di Barcellona del 1978,
la Convenzione di Berna del 1979
la Convenzione di Bonn del 1983
la Commissione per le risorse genetiche per il cibo e l’agricoltura del 1983
la Convenzione sulla diversità biologica del 1992
il Protocollo di Cartagena del 2003
L’Italia ha ratificato la Convenzione sulla Biodiversità con la legge 124/1994 e, nell’anno 2010, è stata adottata la Strategia Nazionale per la Biodiversità.
Biodiversità: considerazioni finali
Secondo la Strategia Nazionale per la Biodiversità, la “diversità biologica” di un determinato ambiente non è altro che “la varietà di organismi viventi in esso presenti, attualmente minacciata dal progressivo aumento dei fattori inquinanti e dalla riduzione degli habitat.
La biodiversità può essere descritta in termini di geni, specie od ecosistemi. Lo sviluppo sostenibile dipende anche dalla comprensione, protezione e conservazione degli innumerevoli ecosistemi interattivi del pianeta”.
La biodiversità è la varietà degli esseri viventi che popolano la Terra, frutto di lunghi e complessi processi evolutivi e comprende tutte le forme di vita differenti a livello di geni, di specie e di ecosistemi.
Assolve ad un ruolo importante per la garanzia e la tutela degli esseri viventi: l’Italia è il paese europeo con la maggiore ricchezza biologica eppure, negli ultimi 60 anni, si sono perse numerose razze animali e varietà di ortaggi e frutta, mentre si sono diffuse pochissime nuove varietà.
Difendere la biodiversità è importantissimo: la diversità degli ecosistemi naturali con il maggiore numero di specie si preservano meglio e garantiscono la tutela della vita sul Pianeta terrestre.
La scomparsa di specie, sottospecie o varietà porta con sé una serie di danni ecologici ed economici.
Per questi motivi occorre impegnarsi, fin da piccoli, a mantenere un’elevata diversità biologica: ciò assicura che l’aria sia pulita, che l’acqua sia potabile, che i suoli siano fertili, e, che l’uomo abbia specie e varietà diverse di cui nutrirsi, che sono alla base di una corretta e sana alimentazione.
Impariamo a rispettare la Biodiversità per noi, per il regno animale e vegetale! Aiutiamo il Pianeta Terra!
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