Insieme a Lorenzo Langini, collaboratore e amico di Keep the Planet, pubblichiamo questa guida sul commercio illegale di animali.
Il traffico nero di animali infatti è uno dei problemi più gravi che minacciano la biodiversità: ogni anno milioni di esemplari appartenenti a varie specie vengono infatti catturate, uccise o vendute vive sul mercato nero per soddisfare la follia umana.
Ora più che mai, leggere le notizie ambientali è come leggere un bollettino di guerra.
Attivisti locali che spariscono nell’oscurità della giungla, interi ecosistemi distrutti, mutamenti climatici che non fanno nemmeno più notizia, crisi ambientali pressoché ovunque, specie selvatiche sull’orlo dell’estinzione, esplosione demografica esponenziale, prime guerre dell’acqua e molto altro ancora.
Non c’è bisogno di raggiungere il quoziente intellettivo di Albert Einstein per rendersi conto che forse c’è qualcosa che non va nel nostro stile di vita.
Ma come potrebbe essere diversamente, una società capace di distruggere il suo stesso habitat per l’avidità non ha molte possibilità di sopravvivere.
Pochi sanno che il traffico illegale di animali o parti di animali è il terzo mercato illegale dopo droga e armi per entità.
In Europa il commercio di specie di flora e fauna protetta e dei loro prodotti derivati raggiunge la stima di circa 100 miliardi di euro all’anno.
Nella sola Italia il traffico illegale è stimato in due miliardi di dollari ed è in crescita, come del resto in tutto il mondo.
Basti pensare che negli ultimi 10 anni il traffico di zanne d’avorio è più che raddoppiato portando questo meraviglioso animale sull’orlo dell’estinzione.
Ebbene, nonostante qualcuno pensi che il commercio illegale di animali non ci riguardi, l’Europa purtroppo è uno tra gli Hub più trafficati per quanto concerne questa pratica.
Gli animali arrivano soprattutto dall’Africa nella forma di pelli, avorio, medicine ricavati da estratti naturali o cavallucci marini e dall’Europa partono in varie direzioni che purtroppo conosciamo come i maggiori esponenti di traffico ossia Cina Corea e Vietnam.
E’ questo il quadro generale, i bracconieri uccidono illegalmente la fauna africana e utilizzano i paesi europei come ponte di passaggio per le mete finali, i mercati asiatici.
Ovviamente l’Africa non è il solo continente colpito dal traffico illegale di animali, anche l’America centrale e meridionale è colpita da questo fenomeno.
Nonostante in Italia è ASSOLUTAMENTE VIETATO commerciare o detenere esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici che possono costituire pericolo per la salute o l’incolumità pubblica, sono ancora molti i casi di illegalità anche nel nostro paese.
Qui un esempio delle specie che non si possono tenere in giardino o in casa: canguri, lemuri, oranghi, orsi, tassi, rinoceronti, bufali, cobra, anaconde, ma purtroppo molti di questi animali esotici nonostante vi sia il divieto, arrivano ugualmente.
Da sottolineare che questi animali sono costretti anche a grandi patimenti durante le fasi di trasporto; infatti capita spesso che gli agenti delle dogane nei nostro aeroporti rinvengano chiusi in scatole decine e decine di uccelli, rettili, felini e talvolta anche pesci lasciati al buio per giorni in condizioni igieniche precarie e a causa dello stress, meno del 50% di questi individui riescono a sopravvivere durante il trasporto.
Ma quali sono gli animali esotici che vengono venduti?
Sono moltissime le specie selvatiche oggetto di traffico illegale ed elencarle tutte è praticamente possibile.
Probabilmente, è più facile elencare le specie che non sono oggetto di bracconaggio che quelle che lo sono.
In cima alla macabra classifica troviamo il pangolino, piccoli mammiferi conosciuti anche come formichieri squamosi.
Ogni anno oltre 10mila pangolini vengono introdotti clandestinamente in Cina dove sono impiegati nella medicina tradizionale e nella ristorazione. Un giro d’affari mondiale che da solo vale oltre 19 miliardi di dollari l’anno.
Il pangolino viene purtroppo utilizzato dalla medicina tradizionale cinese che considera le sue squame una specie di ingrediente miracoloso, mentre le sue carni vengono considerate un prodotto molto prelibato.
La carcassa di pangolino può costare fino a 1.000 dollari, i feti in particolare sono considerati una prelibatezza.
Sempre in cima alla classifica tra gli animali più trafficati illegalmente, troviamo ovviamente il rinoceronte, preda ambita da tutti i bracconieri del mondo per via del suo corno molto ricercato in oriente.
E’ inutile ricordare quanto stupida e insensata sia questa mania di avere un corno di rinoceronte in quanto ha la stessa composizione delle nostre unghie, ma purtroppo la società degli umani è ancora composta da individui avidi e senza scrupoli che non pensano alle conseguenze delle loro azioni.
Oltre ai rinoceronti, in classifica troviamo gli elefanti per via delle loro zanne d’avorio, e le tigri ambite per la loro carcassa: denti, pelle e ossa sono ricercate sempre nei mercati asiatici per presunte (e false) proprietà mediche.
Alcuni traffici vengono inoltre alimentati da stupide mode come ad esempio quella che sta ultimamente dilagando e cioè quella di avere un “SAVANNAH” ovvero un ibrido tra un Servalo (Gattopardo Africano) e un gatto domestico.
Molto di moda infine sono anche i Suricati, una mangusta abituata a vivere in comunità nel suo habitat naturale, ma costretto qui a vivere da solo in qualche grigio appartamento.
Come arrivano in Italia gli animali esotici?
Ebbene l’OIPA (Organizzazione internazionale protezione animali) spiega come i pappagalli vengono catturati nelle foreste dell’Amazzonia per poi fare una tappa intermedia negli Stati Uniti e successivamente arrivano in Europa dove verranno smistati alla destinazione finale.
Le Iguane delle farms centroamericane invece viaggiano negli USA dove le aspetta una quarantena di soli tre giorni imbottite di antibiotici.
E poco importa se l’animale è in via di estinzione, anzi per i contrabbandieri è meglio perché il suo prezzo potrà essere ritoccato verso l’alto.
Come qualsiasi legge di mercato, una merce più è rara e più è cara.
Due esempi i pesci cardinale pescati nel fiume del Sud America vengono smistati nei centri di Bogotà e della Florida, restando a digiuno anche per settimane sono trasportati in aereo dentro sacchetti pressurizzati e come se tutto questo non fosse giù sufficientemente assurdo, solo il 5% arriva vivo a destinazione.
Stesso destino per i pesci pagliaccio pescati illegalmente nei mari tropicali per raggiungere gli acquari di tutto il mondo.
Durante il trasporto, questi animali subiscono un forte stress che cambia il comportamento.
Un esempio gli animali che arrivano al CRAS WWF DI VANZAGO dove spesso gli animali sequestrati dalle autorità saranno costretti a rimanere in qualche box o voliera poiché avendo passato del tempo in compagnia dell’essere umano essi tendono a perdere il loro comportamento naturale.
L’istinto selvatico viene perso per sempre e pertanto non possono più essere rilasciati in ambiente.
Uno dei mercati più folli è rappresentato dal macabro mercato delle ossa degli animali esotici quali corni di rinoceronte zanne di elefante e interi scheletri di tigre e leone.
L’economia del Sudafrica ahimè vive proprio di questo commercio infatti il paese intende raddoppiare quasi il numero massimo di scheletri esportati oggi fisso ad 800 all’anno e porre un nuovo limite verso i 1500.
Si stimano che solo qui 8 mila leoni attendano il loro triste destino dietro le sbarre, mentre in natura il numero tende a diminuire: è bene ricordarlo che nell’intero continente africano ne sopravvivono meno di 20 mila leoni, popolazioni dimezzate rispetto all’inizio degli anni 90.
Ecco perché giocano un ruolo fondamentale le unità “antipoaching“e i ranger presenti nei vari parchi nazionali e riserve private per proteggere questi animali.
Nonostante il loro magnifico lavoro, le misure di sicurezza sono purtroppo insufficienti in paesi dove la miseria regna.
Per fermare il massacro bisogna agire su due fronti come l’ecoturismo
Come fermare il massacro
Sono arrivato alla fine di questo articolo e vorrei concluderlo con una semplicissima riflessione per tutti voi: stiamo infliggendo sempre più duri colpi e ferite al nostro pianeta tra deforestazioni, plastica negli oceani inquinamento, traffico di animali ecc vogliamo smetterla e cercare di salvare quello che è ancora salvabile iniziando a prestare il giusto rispetto verso il pianeta su cui viviamo, oppure vogliamo ancora continuare ad abusarne?
Non dimentichiamoci che noi siamo solo degli ospiti su questa terra di madre natura e non mi pare affatto stiamo ricambiando la sua cordiale ospitalità nel migliore dei modi e la pazienza nei nostri confronti sta esaurendo infatti i segnali allarmanti che purtroppo ci stanno arrivando sono già piuttosto evidenti.
Noi singoli individui possiamo forse fare ben poco, ma se agiamo in maniera coordinata forse qualcosa è possibile.
Innanzitutto bisogna supportare tutte le associazione come Keep the Planet sia finanziariamente sia moralmente, e poi prendere la situazione in maniera attiva partecipando a progetti di volontariato ambientale, oppure di partecipare ad un viaggio naturalistico che finanzia in parte la salvaguardia dei parchi nazionali, ultimi baluardi contro la follia umana.