Tutto quello che dovresti sapere sulla CRISI IDRICA 🥵

Sei pronto alla più grave e drammatica delle crisi che ci sta attendendo alla porta?

Leggi l’articolo o guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=n5epetRXDPY

https://www.youtube.com/watch?v=n5epetRXDPY

Fino a pochi anni fa la crisi idrica interessava solamente le zone più aride del pianeta, noi europei ci sentivamo al sicuro dalle notizie che provenivano dal corno d’Africa, dai milioni di rifugiati climatici costretti ad abbandonare le proprie case in cerca di acqua e cibo.

Ora quella stessa crisi sta bussando alle nostre porte.

Perché esiste la crisi idrica?

Nonostante l’acqua ricopra i tre quarti della superficie del nostro pianeta, l’acqua dolce rappresenta solamente il 2,5% del totale e di questa quota, per diverse ragioni, solamente lo 0,5% è effettivamente utilizzabile per le attività umane.

Il consumo di acqua da parte della popolazione mondiale è in continua crescita; nel corso del Novecento, mentre la popolazione è triplicata, il prelievo di acqua è sestuplicato.

Con l’umanità che si dirige inesorabilmente verso i 10 miliardi di individui, e con una crisi climatica in atto, gli ingredienti per un disastro epocale ci sono tutti.

Su scala mondiale il 70% dell’acqua utilizzabile viene impiegata nell’agricoltura, il 20% nell’industria e il 10% per usi domestici.

In linea generale, nei paesi meno sviluppati il settore che assorbe la maggior parte dell’acqua è l’agricoltura, mentre nelle regioni più sviluppate è l’industria.

Generalmente, l’acqua destinata all’agricoltura e all’industria viene prelevata da fiumi e laghi, mentre quella destinata ad usi domestici viene prelevata dalle falde acquifere.

Tipi di crisi idrica

PROBLEMI CRISI IDRICACome suggerisce il nome, quando parliamo di crisi idrica ci riferiamo ad una scarsità acuta o cronica di acqua dolce da utilizzare per le diverse attività come la produzione di cibo o per l’uso domestico.

La scarsità cronica di acqua che si registra in molte regioni, può essere di due tipi, una fisica e una economica. La scarsità fisica di acqua è dovuta ad un prelievo eccessivo, superiore al 75% delle risorse disponibili, e colpisce soprattutto le regioni aride.

La scarsità economica di acqua, invece, colpisce le regioni in cui la maggioranza della popolazione è povera e non può sostenere i costi legati alla distribuzione dell’acqua.

Non dimentichiamoci infatti che nel mondo, oltre 2 miliardi di persone vivono in abitazioni non collegate alla rete idrica. Molto spesso le due condizioni di scarsità di acqua si sovrappongono.

E’ chiaro che senza acqua l’umanità dovrà affrontare la più grave delle crisi che farà impallidire tutte le altre. Ma stiamo rischiando veramente? C’è veramente una carenza d’acqua a livello internazionale?

Come affrontare la crisi idrica?

Il problema idrico ovviamente non interessa tutte le nazioni allo stesso modo, le regioni nordiche ricche e benestanti come la regione scandinava e il Regno Unito non soffrono di crisi idrica come i paesi che si affacciano sul Mar mediterraneo.

Tuttavia, nei prossimi anni, a causa del riscaldamento globale, le precipitazioni diminuiranno ulteriormente e quindi si ridurranno le risorse idriche disponibili. Allo stesso momento, al netto della diminuzione della piovosità, aumenterà la domanda a causa della crescita della popolazione.

Le stime degli esperti sono piuttosto preoccupanti: nel 2030 quasi metà della popolazione mondiale vivrà in aree soggette a forte stress idrico. Noi italiani saremo tra questi.

Come abbiamo evidenziato nel precedente video sulla crisi ambientale in Ucraina causata dalla guerra in corso, la scarsità delle risorse idriche non è solamente quantitativa, ma anche qualitativa.

L’inquinamento idrico è un grave problema che colpisce molte aree, dagli sversamenti industriali alle contaminazioni naturali, la disponibilità di acqua si riduce a causa dell’inquinamento causato dalle attività umane.

Quando si parla di crisi idrica dobbiamo inoltre pensare che l’acqua non è solamente quella che esce dal rubinetto e che utilizziamo per lavarci, per cucinare o bere, ma anche quella impiegata per la produzione di tutti gli oggetti alla base della vita moderna.

Dagli indumenti che indossiamo, ai cibi che mangiamo, ogni prodotto ha una sua impronta idrica che va ad impattare sul consumo di acqua.

I consumi e lo stile di vita delle persone, quindi, incidono fortemente sui consumi di acqua. Un esempio su tutti è la dieta alimentare che adottiamo.

Una dieta ricca di carne, specialmente quella bovina, tipica dei paesi più sviluppati come l’Italia, comporta un consumo giornaliero pro capite di acqua pari a 5000 litri, mentre una dieta prevalentemente vegetariana, comporta un consumo giornaliero pari a circa 2000 litri.

Dal momento che molti dei prodotti alimentari che consumiamo proviene dai paesi in via di sviluppo, il nostro stile di vita incide anche sulla capacità dei paesi poveri di fornire acqua potabile ai suoi abitanti.

La situazione idrica in Europa

grafico crisi idricaL’Europa non è un continente arido, ma le fonti di approvvigionamento idrico rappresentano attualmente un fattore di preoccupazione per almeno metà della popolazione dell’UE.

Il grafico riportato qui di lato illustra la situazione in diversi paesi europei. L’indice di sfruttamento idrico indica il rapporto tra la quantità di acqua estratta ogni anno e il totale delle risorse di acqua dolce disponibili a lungo termine e riflette la pressione sulle riserve idriche.

Un indice di sfruttamento idrico superiore al 20 % implica una condizione di stress delle riserve, mentre valori oltre il 40 % riflettono uno stress idrico grave e un uso chiaramente insostenibile delle risorse disponibili. Il consumo idrico annuale delle riserve idriche a lungo termine di Cipro, Bulgaria, Belgio, Spagna, Italia e Malta è attualmente del 20 % o più. A Cipro, dove si sono verificati episodi di grave siccità, il consumo delle risorse rinnovabili ha superato di gran lunga il 40 %.

La carenza idrica è un fenomeno preoccupante che si presenta con sempre maggiore frequenza e che riguarda almeno l’11 % della popolazione europea e il 17 % del territorio dell’UE.

Dal 1980 in poi, il numero dei casi di siccità in Europa è in netto aumento. Tra il 1976 e il 2006 infatti , il numero delle aree e degli abitanti colpiti da siccità è salito di circa il 20 %, mentre la domanda di acqua è in continua crescita in tutta Europa esercitando una pressione sulle risorse.

Come se questo non fosse sufficiente, si stima che lo spreco di acqua in Europa sia compreso tra il 20 e il 40 % delle risorse idriche disponibili causato da perdite nelle reti idriche, dalla mancanza di impianti per il risparmio dell’acqua, da irrigazione eccessiva e inutile e dagli sprechi dei cittadini.

La crisi idrica come causa di guerre

Pochi forse sanno che la scarsità d’acqua e il crescente fabbisogno idrico sono la causa diretta di oltre 200 conflitti a livello mondiale. Questo avviene specialmente quando un bacino o un corso d’acqua importante viene condiviso da più nazioni.

Pensiamo ad esempio al Nilo, il secondo fiume più lungo al mondo dopo il Rio delle Amazzoni.

Il Nilo attraversa ben 8 paesi africani assetati di risorse idriche: tra questi, 3 nazioni sono protagoniste di una guerra che si preannuncia lunga e dolorosa. Da dieci anni infatti l’Etiopia ha avviato la costruzione di una delle più grandi dighe idroelettriche d’Africa, che ha creato un bacino grande 79 chilometri quadrati sul Nilo Azzurro, uno dei due rami del fiume.

Questo ovviamente a creato problemi con due paesi a valle, il Sudan e l’Egitto che considerano il Nilo una questione di sicurezza nazionale, vitale per l’irrigazione e il consumo idrico di milioni di persone.

L’Egitto teme una riduzione del 25 per cento del flusso del Nilo durante il periodo di riempimento del bacino in Etiopia, nella stagione delle piogge. Il capo di stato egiziano, il maresciallo Abdel Fattah Al Sisi, minaccia apertamente l’Etiopia di un’azione militare se non sarà trovato un accordo.

La guerra del Nilo è solo una delle tante questioni aperte sul tavolo dei rapporti internazionali tra i paesi. Alla crisi climatica e all’aumento di consumi si va ad aggiungere gli ultimi due decenni di gestione delle risorse idriche affidata dai governi ad aziende private.

Si è così creato un mercato privato dell’acqua, dominato da una decina di multinazionali; accanto al mercato della fornitura di acqua si è anche sviluppato un fiorente mercato dell’acqua imbottigliata, anch’esso dominato da poche multinazionali. A ciò si oppongono varie associazioni che considerano l’acqua un bene comune.

Così come l’aria, l’acqua è un bene comune appartenente a tutti gli abitanti della Terra e nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di appropriarsene a titolo di proprietà privata.

Ognuno deve avere il diritto di accesso all’acqua, indispensabile alla vita e alle attività economiche.

La sfida che ci attende è enorme e tutti noi nel nostro piccolo dovremmo fare la nostra parte.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Diventa parte attiva del cambiamento

ISCRIVITI GRATIS ALLA GREEN COMMUNITY

Unisciti gratuitamente alla community di Keep the Planet su Telegram

× Whatsapp