Un articolo di Alessandro Nicoletti sul problema della deforestazione, il grande problema che affligge la nostra società.
La deforestazione è probabilmente il grande male della società moderna, il primo problema che l’umanità deve assolutamente risolvere il prima possibile.
La riconversione di ampie aree naturali in coltivazioni e zone urbane è un fenomeno storico dalle origini antiche, ma mai nelle proporzioni attuali.
La fame di risorse naturali è inarrestabile e sta mettendo in pericolo i delicati equilibri degli ecosistemi.
La popolazione mondiale ha raggiunto livelli mai visti in passato, 7,5 miliardi a cui si aggiungono circa 80 milioni ogni anno.
Una crescita esponenziale che non si fermerà, ma che obbliga la società a prendere delle misure serie e veloci.
Puoi leggere l’articolo, oppure guarda il video dove spiego perché le foreste sono importanti:
La risposta ai problemi ambientali è la rivoluzione tecnologica, il necessario passaggio da una società fondata sulle energie fossili alle energie rinnovabili e la microbiologia.
Alcuni piccoli passi avanti sono stati fatti, ma non nelle proporzioni necessarie.
Con questo articolo apporterò il mio piccolo contributo in ottica positiva al problema della deforestazione, tema a me particolarmente caro.
Prima di andare avanti con la lettura, volevo avvisarti della possibilità che hai di fermare la deforestazione tu in prima persona partecipando ad uno dei nostri progetti di volontariato ambientale in tutto il mondo.
Cosa sono le foreste
La foresta è un’area naturale non antropizzata dove la superficie è interamente ricoperta da alberi ad alto fusto che crescono in maniera autonoma.
Si distingue dal bosco per la sua estensione, per essere definita foresta infatti deve avere una superficie minima di 0,5 ha.
Le foreste mondiali vengono distinte e classificate seguendo sia un punto di vista botanico che geografico.
La suddivisione standard segue un gradiente latitudinale che caratterizza la composizione botanica della stessa.
Dal punto di vista geografico abbiamo:
- Foresta Equatoriale;
- Foresta Tropicale;
- Foresta Mediterranea;
- Foresta Boreale;
- Foresta Australe.
All’interno di ogni macro categoria a sua volta individuiamo delle sottocategorie che si distinguono prevalentemente dal tipo di flora presente.
Un ulteriore distinzione si fa tra foreste primarie e secondarie.
Le prime sono foreste intatte dove l’intervento dell’uomo non ha alterato il funzionamento e la composizione originaria.
Le foreste primarie si distinguono da quelle secondarie che invece hanno subito delle modificazioni rispetto alla situazione originale.
Le foreste crescono solamente in particolari climi non troppo freddi e non troppo aridi.
Le foreste stesse hanno un forte impatto sul clima, possono essere intese come degli organismi viventi nel loro complesso, hanno al loro interno dei meccanismi di recupero e di gestione.
Questo permetterebbe all’uomo di gestire la foresta in maniera sostenibile attraverso pratiche di gestione e disboscamento controllato che non intacchi la salute dell’ecosistema.
Perché le foreste sono di vitale importanza
Senza foreste non ci sarebbe vita sulla terra.
Dura e drammatica verità.
Le foreste sono il polmone della terra, sono loro che hanno trasformato il nostro pianeta in un’oasi verde adatta alla vita.
Milioni di anni fa l’atmosfera terrestre era composta da una miscela inadatta alla vita organica, l’ossigeno non era presente e tanto meno l’ozono così importante per l’attenuazione dei raggi ultravioletti.
A seguito dell’abbassamento delle temperature della superficie terrestre, grandi masse d’acqua iniziarono a condensarsi e a formare gli oceani.
Da lì iniziò la meravigliosa storia evolutiva del nostro pianeta, da organismi unicellulari acquatici si differenziarono le prime piante terrestri che a loro volta, grazie alla fotosintesi clorofilliana, iniziarono a trasformare la composizione dell’atmosfera fino a renderla adatta alla vita degli organismi superiori, uomo compreso.
Ed è proprio la fotosintesi che aiuta l’umanità a contrastare il cambio climatico.
Miliardi di tonnellate di Co2 viene sottratta all’atmosfera e trasformata in ossigeno. Il contrario degli incendi che sono una delle prime cause del riscaldamento terrestre.
Se continuiamo a perdere foreste come stiamo facendo oggi, la nostra stessa sopravvivenza è in pericolo.
Le foreste inoltre sono la casa della biodiversità, è qui che si concentra la varietà della vita, l’80% della biodiversità terrestre si concentra proprio all’interno di questo meraviglioso habitat.
Specie simbolo come il gorilla, l’orango tango e la tigre non possono sopravvivere senza foreste.
E non solo animali, circa 300 milioni di persone vivono dentro o nelle vicinanze delle foreste, senza di esse sarebbero costretti a lasciare le loro terre e aggiungersi alla grande massa urbana già vicino al tracollo.
Non solo ossigeno, senza foreste non pioverebbe nemmeno, la loro semplice presenza crea le condizioni per le precipitazioni terrestri.
Numerosi studi scientifici hanno evidenziato che nelle aree soggette alla deforestazione le precipitazioni sono calate considerevolmente.
E ancora, le foreste aiutano a contrastare le alluvioni, le radici infatti rafforzano il terreno. Anche nel nostro paese molte delle frane sono dovute al disboscamento.
Lo sapevi che la maggior parte delle sostanze che oggi consideriamo medicine e farmaci derivano da sostanze presenti nelle foreste?
L’importanza delle foreste non è opinabile, l’umanità deve fare un passo avanti e dichiarare tutte le foreste del mondo patrimonio dell’umanità.
Deforestazione nel mondo
Il manto forestale mondiale ha subito delle variazioni durante le varie ere geologiche.
Circa 20.000 anni fa, quando la terra si trovava in piena era glaciale, vaste aree dell’Europa erano ricoperte da una spessa coltre di ghiaccio.
In quel periodo, l’asse terrestre mutò improvvisamente inclinazione esponendo l’emisfero nord a un maggior irraggiamento solare con il conseguente scioglimento dei ghiacci.
Alla fine dell’ultima glaciazione, le foreste sostituirono i ghiacci raggiungendo la più ampia copertura forestale di cui si abbia evidenza.
Tutta la storia dell’umanità è legata all’esistenza delle foreste.
Gli antichi popoli lo sapevano benissimo, le grandi civiltà del passato si svilupparono proprio grazie ai materiali che la foresta gentilmente offriva.
Questo delicato equilibrio di sfruttamento sostenibile tuttavia si ruppe già in passato, basti pensare alla quasi scomparsa delle foreste in Europa, per poi raggiungere percentuali spaventose nel 20° secolo.
La crescita lenta ma costante della popolazione infatti ha cambiato di dimensioni in questi ultimi decenni fino a raggiungere i livelli attuali.
Ad oggi, circa il 30% della superficie mondiale è ricoperta da foreste più o meno degradate, infatti solo il 7% della superficie mondiale è occupata da foreste primarie intatte.
Nell’ultimo report della FAO redatto nel 2016 ricaviamo:
- 7 milioni di ettari di foresta persi ogni anno nel periodo 2000-2010;
- il 40% dovuto alla conversione in campi coltivatati;
- 12 nazioni hanno aumentato la superficie forestale;
- le più grosse perdite le troviamo nella fascia tropicale;
- mentre le aree boreali hanno visto aumentare il manto forestale;
- le percentuali più alte di deforestazione le troviamo nei paesi poveri;
- casi studio hanno evidenziato che il benessere dei popoli serve a contrastare la deforestazione.
Il tasso di deforestazione più ampio si è raggiunto nel 1990, da quel momento le politiche di conservazione hanno arginato la scomparsa delle foreste che tuttavia registrano i dati sopra elencati.
I dati, nonostante i miglioramenti, comunque rimangono preoccupanti perché c’è una forte variazione tra i vari paesi, in alcune regioni del mondo infatti la deforestazione è sicuramente sopra la media e sta portando alla scomparsa di numerose specie selvatiche e di biodiversità.
I dati generali sulla copertura infatti non rispecchiano la reale salute della foresta, una foresta secondaria infatti non ha gli stessi indici di biodiversità di una foresta intatta.
Deforestazione in Amazzonia
La foresta Amazzonica è forse la più grande tra le meraviglie che abbiamo sulla terra.
7 milioni di Km quadrati, di cui 5,5 ricoperti da foresta pluviale che quotidianamente offre cibo e riparo a circa a decine di migliaia di specie animali tra cui molte ancora sconosciute.
Rappresenta oltre la metà della foresta mondiale divisa tra 9 nazioni, tra cui il Brasile che ne occupa circa il 60%.
La foresta Amazzonica è anche dimora delle ultime popolazioni indigene ancora incontaminate dalla modernità, rendendola una delle aree più importanti del pianeta sia per la biodiversità sia per il ruolo ecologico svolto nel controllo del clima mondiale.
Formata nell’Eocene, l’Amazzonia esiste da almeno 50 milioni di anni, sin dal tempo dei dinosauri.
Il primo contatto con l’uomo avvenne circa 11.000 anni fa, ma solo negli ultimi decenni questo rapporto ancestrale si sta rompendo in maniera preoccupante.
Fino al 1960 infatti, la foresta era pressoché intatta in quanto la costruzione di strade era proibita. Nel 1970 si avviò il progetto della Trans-Amazonian Highway, un’autostrada di 5000 chilometri che penetra nel cuore della foresta facendo da veicolo alla deforestazione.
La strada permette l’accesso ad aree altrimenti irraggiungibili aprendo la via alle attività distruttive quali miniere, bracconaggio e taglio illegale di legname.
Fortunatamente, la strada è soggetta a periodici allagamenti che ha di fatto bloccato il progetto nella sua interezza.
Ad oggi il dibattito è aperto circa la pavimentazione della strada e la continuazione della stessa.
Un altro progetto che spaventa l’Amazzonia è la costruzione di una ferrovia che collegherà i due oceani, Atlantico e Pacifico.
Dal 1960 ad oggi la deforestazione dell’Amazzonia ha continuato a ritmi alterni, nel periodo 1991-2004 è stato raggiunto la quota massima con circa 27.000 chilometri di foresta persa ogni anno.
Dal 2004 il tasso di deforestazione è leggermente calato, ma resta ancora lontano l’obiettivo del 2030, anno in cui il Brasile si è impegnato ad azzerare la sua quota di deforestazione.
Il 91% delle aree deforestate sono oggi occupate da allevamenti intensivi di bovini.
Dei 5 milioni di chilometri del 1970, oggi sono rimasti circa 3 milioni di Km quadrati di foresta amazzonica.
Deforestazione in Indonesia
Quando parliamo di deforestazione non possiamo non rivolgere il nostro sguardo all’Indonesia.
E’ proprio qui infatti che i tassi di deforestazione massima raggiungono i picchi più elevati. L’Indonesia è la casa di animali unici al mondo come gli Oranghi e la Tigre di Sumatra, se nulla verrà fatto preso scompariranno.
Solo 100 anni fa, l’Indonesia era ricoperta interamente da foresta pluviale.
A partire dal dopoguerra, la deforestazione ha raggiunto tassi spaventosi.
Una ricerca pubblicata su Nature ha evidenziato che dal 2000 al 2012 sono andati persi 6 milioni di ettari. A differenza del Brasile e dell’Amazzonia dove i tassi stanno rallentando, in Indonesia la distruzione avanza sempre più velocemente.
L’80% della deforestazione è illegale, nonostante la moratoria del 2013, la conversione delle foreste in coltivazione da palme continua sotto il peso del profitto di pochi.
Disboscamento in Italia
L’Italia, come del resto dei paesi occidentali, ha fatto enormi passi in avanti circa la deforestazione.
I secoli di rampante distruzione sono ormai alle spalle, la coscienza ambientale circa l’importanza delle foreste è ormai di dominio pubblico e pertanto difficilmente troveremo situazioni simili a quelle dei paesi in via di sviluppo.
Il rapporto della Guardia Forestale parla chiaro, negli ultimi 20 ani, il patrimonio forestale è aumentato di 1,7 milioni di ettari, per un totale di 12 miliardi di alberi e 10 milioni e 400 mila ettari di superficie boscosa.
Tuttavia, i passi in avanti che dovrebbe fare il nostro paese e l’Europa tutta è quella di aumentare la vigilanza circa i prodotti acquistati all’estero.
E’ inutile controllare il proprio patrimonio boschivo e poi partecipare nel commercio di prodotti derivanti dalla deforestazione in altri paesi.
Tra il 2000 e il 2012 infatti, la superficie complessivamente disboscata per alimentare i consumi europei ammonterebbe a circa 2.4 milioni di ettari.
Da una parte proteggiamo, dall’altra partecipiamo alla distruzione.
Rimedi contro la deforestazione
Cosa possiamo fare nel concreto per fermare la distruzione del pianeta?
Ovviamente i governi hanno l’ultima parola sulla conservazione, ma anche noi come semplici cittadini possiamo far sentire la nostra voce.
Esistono diversi metodi per partecipare alla lotta alla conservazione, e tutti passano per i nostri consumi e atteggiamenti.
Prima cosa è boicottare tutte quelle aziende coinvolte nello sviluppo insostenibile del nostro pianeta.
Caso esemplare è l’olio di palma, una delle prime cause di deforestazione e la carne bovina proveniente dagli allevamenti intensivi del Sud America.
Stai attento al marchio FSC, Forest Stewardship Council, un attestato rilasciato dall’omonima Ong che certifica la provenienza dei prodotti da foreste gestite in maniera sostenibile.
E ancora, quando pianifichi le tue prossime vacanze inserisci sempre una gita ad un Parco Nazionale.
Solo grazie al nostro diretto supporto i parchi possono sopravvivere e prosperare. Impariamo a vivere la natura, non c’è bisogno di attraversare il mondo, c’è il parco dietro casa, in Italia ne abbiamo di fantastici dove possiamo vivere la natura in prima persona.
Non è retorica, visitare un parco nazionale è il miglior modo per proteggere le foreste.
Molto importante è inoltre ridurre il consumo di carne, specialmente bovina. Non è un mistero che la prima causa di deforestazione è la conversione della foresta in campi coltivati per dare da mangiare ai bovini appunto.
Lo stesso discorso è valido per tutte quelle colture che provengono da paesi lontani.
Noto il caso dell’avocado in Messico e Cile: la crescente richiesta del prodotto da parte dell’occidente sta infatti causando molti problemi nei paesi.
La regola generale è mangiare prodotti locali dall’origine tracciabile.
Noi di Keep the Planet inoltre abbiamo il nostro progetto concreto per fermare la deforestazione, stiamo infatti realizzando un film contro lo sfruttamento illegale delle foreste del Borneo, per favore clicca qui per leggere il progetto.
Tu in prima persona puoi contrastare la deforestazione partecipando ad uno dei nostri progetti di volontariato ambientale in tutto il mondo.
Considerazioni finali di Keep the Planet
Spero che tu voglia condividere questo articolo con tutti i tuoi contatti, la conservazione inizia dalla condivisione della conoscenza, noi di Keep the Planet abbiamo il nobile scopo di apportare il nostro piccolo contributo.
Tutti insieme possiamo contrastare la distruzione del pianeta, ne abbiamo solo uno, ed è bellissimo, dobbiamo preservarlo per le generazioni future perché è un nostro dovere mantenere la bellezza della biodiversità.
Noi di Keep the Planet faremo tutto il possibile per dare risalto a quei progetti di conservazione in grado di creare queste situazioni di economia alternativa in grado di fermare la deforestazione.
Continua a seguirci, non perdere gli aggiornamenti, iscriviti alla newsletter e partecipa attivamente alla protezione delle specie in via d’estinzione.
Noi di Keep the Planet possiamo aiutarti a lavorare nella conservazione ambientale in due modi:
- Accedi al database: abbiamo selezionato oltre 200 tra enti pubblici e privati, istituti di ricerca, rifugi di animali selvatici, centri di recupero, associazioni di volontariato, progetti di ricerca, tirocini e internship in ambito ambientale che accettano volontari internazionali e che offrono opportunità di inserimento lavorativo.
- Iscriviti alla Green Academy: l’unica scuola online in Italia dedicata interamente alla tua crescita professionale nel settore della sostenibilità e conservazione ambientale. La Green Academy ti spiega come raggiungere i tuoi obiettivi lavorativi nella tutela degli ecosistemi naturali da chi ha fatto la strada prima di te.
non c’ è bisogno della guerra .questo pianeta finitrà con il deserto.strano.dopo tutto ciò che si è detto l’ homo sapiens si comporta ancora da primitivo.peccato che la natura abbia una coscienza.e non tollera abusi come questi.
La natura può vivere senza di noi, dovremmo tenerlo sempre a mente 🙂
Penso che abbattere alberi per scopi umani, sia la cosa meno intelligente che possiamo fare, l’ ossigeno è la nostra ragione di vita e saremo noi poi a morire, NON LA TERRA.
grazie per avermi aiutato a scuola
🙂
grazie a tutti, questo articolo mi è stato molto utile per una ricerca scolastica