“Qual’è la tua materia preferita?”, quante volte ci è stata posta questa domanda quando eravamo scolari?!
A scuola si studia scienze, ma la materia è talmente variegata e vasta di argomenti che difficilmente si approfondisce tutte le tematiche squisitamente tipiche dell’educazione ambientale.
In effetti, la disciplina dell’educazione ambientale dovrebbe essere approfondita di più e i programmi ministeriali dovrebbero assolutamente incentivarne lo studio, fin dalle scuole elementari.
Inserire obbligatoriamente l’insegnamento dell’educazione ambientale fin dalle scuole elementari è un intento riformistico assolutamente degno di lode.
Già lo scorso anno il sottosegretario del ministero dell’Ambiente Barbara Degani aveva presentato il progetto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.
Si tratta di un documento contenente valide linee guida utili per introdurre l’educazione ambientale come materia scolastica obbligatoria.
Si tratta di un progetto di grandissimo rilievo che “avrà una grande ricaduta su tutto il Paese” ha commentato lo stesso sottosegretario in un intervento riportato dall’Ansa.
“Sono loro il nostro futuro e potranno a pieno titolo essere chiamati nativi ambientali. Io credo che comminare sanzioni, contemplare reati in ambito ambientale sia doveroso ma non sia sufficiente: è necessario intervenire con una politica di grande respiro, a lungo termine altrimenti il patrimonio che abbiamo a disposizione oggi non ci sarà più domani. Ecco allora entrare in campo l’educazione ambientale come strumento imprescindibile da cui partire per far capire l’importanza di alcune scelte”, ha ulteriormente ritenuto a ribadire la Degani.
In effetti, per crescere bene e diventare dei bravi cittadini rispettosi dell’ambiente, occorre essere “alfabetizzati” ed acquisire una buona educazione ambientale fin dai banchi di scuola.
Solo in questo modo si riuscirebbe davvero ad acquisire un buon bagaglio da impiegare per il futuro avvenire in qualità di cittadini responsabili, in modo tale da essere più consapevoli del rispetto dell’ambiente e delle generazioni future.
Per aiutare le generazioni future a rispettare il patrimonio ambientale è bene iniziare fin da piccoli ad essere responsabili e rispettosi nel gestire i propri comportamenti in rapporto agli ecosistemi allo scopo di vivere in modo sostenibile, senza alterare gli equilibri naturali.
Vediamo nel proseguo della guida di chiarire che cos’è l’educazione ambientale, i temi che la compongono e, in particolare, analizzare l’importanza dell’educazione ambientale a scuola e in casa. Procediamo con ordine iniziando proprio dal definire l’educazione ambientale.
Cos’è l’educazione ambientale
L’educazione ambientale è l’insegnamento a tutti i soggetti a saper gestire i propri comportamenti in rapporto agli ecosistemi ambientali al fine ultimo di migliorare lo standard di vita, senza alterare gli equilibri naturali, preservando le esigenze presenti senza compromettere quelle delle future generazioni.
Economia, inquinamento, sviluppo sostenibile, conservazione delle risorse, protezione degli ecosistemi ma, anche, educazione civica e culturale sono questi i principali temi e branche di ricerca alla base dell’educazione ambientale.
Secondo il Ministero dell’Ambiente, l’educazione ambientale è un valido “strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini e le comunità ad una maggiore responsabilità e attenzione alle questioni ambientali e al buon governo del territorio”.
Per questo il Ministero ha compilato delle linee guida che devono essere seguite in tutte le scuole per educare i bambini che saranno gli adulti del domani.
La Conferenza di Tbilisi, organizzata nell’ottobre 1977 dall’UNESCO, trattò dell’educazione ambientale e dei validi progetti concernenti questa tematica, venendo a creare una collaborazione tra i vari Stati membri e le Authorities a livello internazionale.
Durante la kermesse, l’educazione ambientale fu validamente definita come l’obiettivo «di portare gli individui e la collettività a conoscere la complessità dell’ambiente sia di quello naturale che di quello creato dall’uomo, complessità dovuta all’interattività dei suoi aspetti biologici, fisici, sociali, economici e culturali… [allo scopo di] acquisire le conoscenze, i valori, i comportamenti e le competenze pratiche necessarie per partecipare in modo responsabile ed efficace alla prevenzione, alla soluzione dei problemi ambientali e alla gestione della qualità dell’ambiente».
I temi che compongono l’educazione ambientale si sono fin da subito intrecciati con quelli legati allo sviluppo economico e con la sentita necessità sociale di educare l’umanità a standard di vita rispettosi degli equilibri naturali.
Già a partire dagli anni Sessanta, i movimenti ambientalisti rivendicarono che l’utilizzo umano delle risorse naturali stava raggiungendo un vero e proprio livello di allarme.
L’interesse della comunità internazionale per lo sviluppo mondiale, connesso allo stato di povertà dei paesi in via di sviluppo, risultò da subito evidente all’interno del programma di sviluppo sostenibile.
Con il progredire dei decenni, mentre il mondo Occidentale si è sempre dovuto confrontare con gli effetti dell’industrializzazione, dell’incremento demografico, dell’inquinamento e consumismo, i paesi del Terzo Mondo hanno sempre dovuto considerare lo sviluppo come essenziale per sopperire alle necessità di soddisfare i propri bisogni primari.
Nel 1980, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha pubblicato il documento “Strategie per la conservazione del mondo”, a cui ha fatto seguito dopo due anni la “Carta per la natura”, che ha richiamato l’attenzione sul declino dell’ecosistema globale.
Tenendo in considerazione delle differenze di priorità fra i G20 ed i PVS, la Commissione Brundtland è giunta alla conclusione che l’approccio allo sviluppo deve divenire sostenibile al fine di raggiungere un valido «equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie.»
Tra i validi tool che la popolazione mondiale deve necessariamente utilizzare, l’educazione ambientale riveste un ruolo di primo piano.
La stessa Organizzazione delle Nazione Unite (ONU) ha riconosciuto l’importanza dell’educazione come strumento per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo della sostenibilità.
I temi che compongono l’educazione ambientale
L’educazione ambientale è una disciplina variegata che “abbraccia” diverse tematiche che occorre analizzare in quanto sono tutte tra loro intrecciate e strettamente compenetranti.
Ecco i principali temi dell’educazione ambientale:
Inquinamento
Inteso come alterazione dell’ambiente naturale o antropico. Esso produce disagi, patologie o danni permanenti per la vita di ogni organismo e può porre in disequilibrio un determinato sito inquinato.
L’alterazione può essere di origine chimica o fisica. Si parla molto stesso di inquinamento globale ma, in effetti, in base al sito inquinato è possibile annoverare diverse forme di inquinamento: atmosferico, idrico, del suolo, degli ambienti confinanti, domestico, del luogo di lavoro, urbano.
In base all’agente inquinante, si annoverano diverse tipologie e forme di inquinamento: inquinamento chimico, fochimico, biologico, acustico, elettromagnetico, luminoso, genetico, radioattivo/nucleare, naturale, agricolo, industriale, etc.
Protezione degli animali
il riconoscimento degli animali quali esseri senzienti, e quindi portatori di diritto, è uno dei capisaldi della politica dell’Unione Europea.
Tale considerazione è contenuta all’interno del Trattato comunitario di Lisbona del 12 dicembre 2007 (art. 13), dove si afferma che “L’Unione e gli stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”.
L’Italia ha adottato un “piano nazionale per il benessere animale” che nasce dall’esigenza di ottemperare alle disposizioni legislative nazionali e comunitarie e di rendere uniformi le modalità la programmazione dei controlli.
Ecosistemi e aree protette
Le aree naturali protette sono porzioni di territori terrestri o acquatici in cui le alterazioni di origine antropica sono ridotte o assenti in quanto sono destinate alla conservazione della diversità biologica, del patrimonio culturale e delle risorse naturali.
La conservazione della diversità biologica costituisce un patrimonio universale al fine di mantenere gli equilibri climatici, di utilizzare in maniera sostenibile le risorse naturali ed evitare di alterare equilibri essenziali per l’ambiente;
Politica di gestione dei rifiuti
Intesa come insieme delle politiche e delle metodologie volte a gestire l’intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino al riutilizzo dei materiali di scarto, prodotti dall’attività umana, al fine ultimo di ridurre gli effetti sull’ambiente.
Gestione delle risorse energetiche
Con rilevante interesse alle fonti alternative di energia e a quelle rinnovabili, intese come forme di energia che si rigenerano in tempi brevi.
Le risorse rinnovabili presentano vantaggi per l’umanità: l’assenza di emissioni inquinanti durante il loro utilizzo e la loro inesauribilità. Inoltre, l’utilizzo di queste fonti non pregiudica la loro disponibilità nel futuro e sono preziose per ridurre il loro impatto ambientale.
Sviluppo sostenibile
inteso come “sviluppo economico e sociale compatibile con l’equità sociale, la tutela ambientale e i diritti delle future generazioni”. La prima definizione di sviluppo sostenibile risale al 1987 ed è contenuta nel rapporto Our Common Future, noto come Rapporto Brundtland.
Mutamenti climatici
Intesi come variazioni del clima della Terra che cagionano il riscaldamento terrestre, collegato alle emissioni umane di gas ad effetto serra. Si tratta di un processo allarmante dal momento che tale riscaldamento climatico origina numerosi conseguenti fenomeni di alterazione in tutti i comparti ambientali.
Educazione ambientale a scuola
Come già sottolineato precedentemente, “Insegnare ai bambini è fondamentale per il nostro futuro”, è questo il progetto avanzato e proposto dal Ministero dell’Ambiente.
Si tratta di una novità importante che apre lo scenario ad un nuovo modo di fare scuola e di vedere l’insegnamento: dal riciclo dei rifiuti alla tutela del territorio ambientale terrestre e marino, dalla biodiversità all’alimentazione sostenibile, i temi dell’educazione ambientale devono entrare in aula contemporaneamente (per ora) durante l’insegnamento di altre materie, come geografia, scienza, arte.
Molti docenti hanno già una solida preparazione di base, come quelli di scienze biologiche e/o geologiche ma, si deve fare di più per educare e sensibilizzare i bambini all’importanza che riveste l’ambiente per il patrimonio dell’umanità.
Lo stesso Presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, ha osservato che: «Rendere l’educazione ambientale obbligatoria a scuola è una scelta molto positiva, ma non deve rappresentare una mera aggiunta di una materia … ».
La raccolta differenziata, ad esempio, deve diventare oggetto di studio, di riflessione ma, anche, un gioco in cui coinvolgere anche i fratelli minori e i propri genitori.
Oltre all’impegno quotidiano, l’educazione ambientale come materia di scuola deve affrontare tutti i temi universali come la tutela del territorio e delle acque, i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la biodiversità.
Come deve cambiare il metodo di insegnamento con l’introduzione della materia educazione ambientale?
Per i Docenti insegnare educazione ambientale non significa salire in cattedra e dettare la teoria e le regole da rispettare. Non deve essere un corso di studi meramente teorico che rimanga sui libri!
Essendo una disciplina così “viva” e “cruda”, è bene mettere subito in pratica la disciplina teorica, vivendo esperienze reali, coinvolgendo famiglie, partecipando a corsi multimediali, apprendendo i dettagli tecnici anche attraverso esperimenti, giochi e test di autoapprendimento.
Una vera rivoluzione nel modo di fare una “Buona Scuola”, speriamo solo che non sia solo un ennesimo buon proposito destinato a rimanere “sulla carta” ma, diventi davvero una buona prassi.
I buoni studenti di educazione ambientale di oggi devono essere i genitori e buoni cittadini del domani, rispettosi dell’ambiente e del patrimonio dell’umanità, artefici dello sviluppo sostenibile.
Educazione ambientale a casa
Dalla teoria appresa in aula alla prassi messa in atto durante i laboratori didattici ai giochi istruttivi fino all’applicazione pratica presso il proprio domicilio.
Ecco come l’educazione ambientale diviene la disciplina più importante del modo di essere cittadini comunitari ed internazionali.
Non si tratta solo di buoni propositi ma, anche presso la propria abitazione, si deve essere assolutamente attenti a non inquinare, ad evitare sprechi ed a fare attenzione alla raccolta differenziata, oltre a ridurre i consumi idrici.
Parsimonia e buon senso aiutano a preservare l’ecosistema e la biodiversità: ogni nostra azione ha effetti rilevanti sull’ambiente, per questo è fondamentale creare una coscienza ambientalista.
I genitori devono essere parte attiva del cambiamento, la scuola insegna, la famiglia deve applicare.
Quali sono i trucchi da applicare in casa?
- acquistare i riduttori di flusso da applicare ai rubinetti di cucine, lavabo e doccia;
- sostituire lo sciacquone water per risparmi sino al 40% dell’acqua;
- recupero dell’acqua piovana per innaffiare i fiori e le piane;
- lavare frutta e verdura lasciandola a bagno;
- suddividere i rifiuti per tipologia; bidone blu per vetro, lattine e plastica, bidone marrone per umido biodegradabile, bidone giallo per la carta, bidone verde per il secco non riciclabile.
Educazione ambientale: considerazioni finali
Educazione ambientale: considerazioni finali
Iniziare dai banchi di scuola per diventare consapevoli e responsabili dal punto di vista dell’educazione ambientale è l’incipit essenziale.
Non è così scontato essere consapevoli dal punto di vista dell’ambiente: non solo teoria e paginate di nozioni teoriche, l’educazione ambientale deve diventare una materia di studio, di apprendimento e di applicazione pratica alla vita quotidiana e in casa.
Oggi, più che mai, gli sforzi maggiori devono essere dedicati alla buona educazione ambientale indirizzata ai bambini e ai ragazzi delle scuole primarie, affinché possano diventare cittadini consapevoli delle proprie azioni in un contesto rispettoso del patrimonio ambientale.
In tutta Italia tantissimi sono i Comuni che hanno deciso di investire in comunicazione ambientale per le scuole per incentivare le buone pratiche e promuovere programmi di sensibilizzazione e di educazione al rispetto dell’ambiente.
L’educazione ambientale annovera diverse tematiche (inquinamento, gestione consapevole dei rifiuti, gestione delle risorse energetiche, mutamenti climatici, etc.) che devono essere tutte validamente approfondite e prese in considerazione per divenire dei perfetti cittadini consapevoli del futuro del nostro Pianeta.
Iniziamo ad educare i nostri bambini fin da piccoli a preservare la biodiversità e a sostenere lo sviluppo sostenibile.
E’ un dono prezioso per le future generazioni!
Ricorda, il mondo non lo abbiamo ricevuto in dono dai nostri genitori, ma in prestito dai nostri figli.
Finalmente dopo ore di lettura arrivo dove speravo di arrivare !!
Leggere quello che da sempre penso : …..inserire obbligatoriamente l’insegnamento dell’ educazione ambientale fin dalle
scuole elementari è un intento riformistico assolutamente degno di lode.
Anche la ” keep the planet school ” sarebbe un incentivo di scuola modello da seguire.
Sono pienamente d’accordo su tutto quello che ho letto e l’inserimento obbligatorio dell’educazione ambientale è l’unica
via d’uscita .
Grazie Mauro, sono felice che la mia idea sia condivisa 🙂