Nel precedente articolo ho parlato dell’elefante africano e del fatto che ora abbiamo due specie invece che una.
Bene, per evitare gelosie tra elefanti, dobbiamo ovviamente parlare del suo cugino asiatico.
Ciao a tutti ragazzi, io sono Alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore di Keep the Planet e oggi parliamo dell’elefante asiatico, delle sue abitudini, di dove vive, delle minacce e soprattutto di come proteggerlo.
Leggi l’articolo o guarda il video:
https://www.youtube.com/watch?v=yeRJSf7FX1Q
Cenni generali sull’elefante asiatico
Sicuramente meno famoso dei suoi cugini africani, l’elefante asiatico come suggerisce il nome, vive in Asia, in un territorio comprendente la Thailandia, il Laos, la Cambogia, il Vietnam, l’India, il Nepal, il Myammar, la Malesia, La Cina, il Bangladesh e l’Indonesia.
Mentre le due specie di elefanti africani fanno parte del genere Loxodonta, quello asiatico del genere Elephas.
L’Elephas maximus, termine scientifico dell’elefante asiatico, è il più longevo della famiglia degli elefantidi.
Attualmente esistono quattro sottospecie viventi di elefante asiatico:
- l’elefante di Ceylon;
- l’elefante del Borneo;
- l’elefante indiano;
- l’elefante di Sumatra.
Grazie agli scavi archeologici, siamo a conoscenza di altre due sottospecie di elefante vissute fino al 1400 a.C. ma oggi del tutto estinte: parliamo dell’elefante dalle zanne rosa e l’ elefante siriano.
Differenze tra elefante asiatico e africano
Nonostante le molteplici caratteristiche fisiche in comune, sono molto le differenze che intercorrono fra l’elefante asiatico e l’elefante africano.
Gli elefanti asiatici hanno una lunghezza di circa sette metri e possono arrivare a pesare fino a cinque tonnellate per quanto riguarda i maschi adulti, mentre le femmine raggiungono un’altezza di circa due metri e mezzo per un massimo di tre tonnellate di peso.
L’elefante asiatico è senza dubbio di dimensioni più ridotte rispetto a quello africano, come più piccole e di forma arrotondata sono le loro orecchie che non coprono la loro testa per intero.
Tuttavia, rimane l’animale terrestre più grande del continente asiatico.
Le zanne sono una caratteristica soltanto degli esemplari maschi e le dita delle zampe posteriori sono quattro, mentre in quelle superiori se ne contano cinque. La schiena, a differenza di quella degli elefanti africani, non è liscia e orizzontale ma si presenta spiovente. Sono crepuscolari: in genere dormono durante il giorno e sono più attivi all’alba e al tramonto.
Per quanto riguarda la loro proboscide, gli elefanti asiatici presentano soltanto un dito, vale a dire la terminazione della proboscide pari a un singola fessura. Proboscide che ha moltissime funzione come quella di annusare, respirare, emettere suoni, bere e afferrare cose e cibo. Gli elefanti amano l’acqua e si divertono a fare la doccia succhiando l’acqua nei loro tronchi e spruzzandola sui loro corpi.
Stato di conservazione elefante asiatico
Nonostante l’elefante asiatico sia considerato una divinità nelle religioni asiatiche, impossibile non ricordare la forma data a Ganesha, una delle figure più importanti dell’induismo, questo non lo ha salvato dal pericolo di estinzione.
Dall’ormai lontano 1986, l‘elefante asiatico è inserito nelle liste rosse delle specie in pericolo di estinzione in quanto la popolazione totale è diminuita di almeno il 50% nelle ultime tre generazioni di elefanti.
L’ultimo monitoraggio nel 2019, ha conteggiato una popolazione selvatica stimata in circa 50.000 individui, alla quale vanno aggiunti circa 15.000 esemplari detenuti in cattività.
In questa immagine possiamo evidenziare il drammatico calo nell’estensione dell’habitat dell’elefante asiatico dove in rosa viene indicato l’areale storico e in rosso l’habitat attuale.
Se la perdita di habitat e la frammentazione dello stesso è una delle principali minacce, non dobbiamo anche dimenticarci l’enorme problema del bracconaggio che affligge questa specie.
Nonostante sia una specie protetta a livello internazionale, gli elefanti vengono uccisi non solo per la vendita delle loro parti come le zanne o la pelle, ma anche per l’aumento dei conflitti con le persone nei villaggi che vedono gli elefanti come una minaccia.
Avendo un habitat sempre più ristretto, gli elefanti spesso si avventurano nei campi coltivati e nei paesi alla ricerca di cibo.
Gli elefanti mangiano infatti grandi quantità di radici, erbe, frutta e corteccia, un elefante adulto può consumare fino a 150 kg di cibo in un solo giorno.
Se questo da solo non fosse già sufficiente, ad aggravare la situazione è la cattura di giovani esemplari per essere messi in cattività.
Pochi forse sanno che gli elefanti asiatici sono tra gli animali terrestri più intelligenti: hanno una neocorteccia molto grande e altamente sviluppata, un tratto condiviso con noi umani, scimmie e alcune specie di delfini.
I risultati di diversi studi indicano la capacità degli elefanti asiatici per l’uso di utensili simili alle grandi scimmie.
Non a caso esibiscono un’ampia varietà di comportamenti, inclusi quelli associati a dolore, apprendimento, gioco, altruismo, uso di strumenti, compassione, cooperazione, consapevolezza di sé, memoria e linguaggio.
Tutte qualità che purtroppo giocano a svantaggio dell’elefante stesso.
Queste sue capacità infatti lo rendono l’animale perfetto per essere addestrato e utilizzato nelle più svariate attività.
Storicamente, gli elefanti venivano usati come mezzi di lavoro nell’industria del legname, così come nell’agricoltura e occasionalmente anche nella guerra.
Mentre, negli ultimi decenni, grazie all’incredibile boom di visitatori internazionali sempre più elefanti sono utilizzati nell’industria del turismo.
dietro a questa pratica all’apparenza innocua si nasconde il pajan, un brutale processo lungo settimane per spezzare lo spirito selvatico di un giovane elefante e sottometterlo agli ordini del suo nuovo padrone
Durante il phajaan, gli elefanti sono legati con corde, confinati in strette strutture di legno, affamati e picchiati ripetutamente con vari strumenti finché la loro volontà non viene completamente annientata.
Questo non vale solamente per le passeggiate, ma per qualsiasi attività a stretto contatto come la semplice carezza o il noto bagno con gli elefanti.
Non devi dimenticare che sono animali selvatici, odiano il contatto con gli umani, e se lo fanno è perché sono stati costretti con la forza.
La prossima volta che ti verrà proposto un qualsiasi tour turistico sul dorso di un elefante, saprai cosa rispondere.
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