Glifosato: tra verità e leggende intorno al pesticida più utilizzato al mondo

Tutto quello che devi sapere sul glifosato, il pesticida più utilizzato al mondo oggi al centro del dibattito scientifico perché l’Unione Europea deve decidere se rinnovare il permesso di utilizzo o no. Buona lettura!!!

I diserbanti o pesticidi sono sostanze utilizzate in agricoltura e nella manutenzione del verde per il controllo delle piante infestanti.

Sono generalmente dei composti chimici xenobionti, cioè sostanze chimicamente differenti ai composti naturalmente presenti negli esseri viventi.

Essendo sostanze non presenti in natura con effetti biologici chiari, il loro utilizzo è spesso in discussione per gli eventuali effetti sull’ambiente e sulla salute umana.

E’ infatti scientificamente dimostrato che i pesticidi hanno effetti pericolosi nei confronti delle api, uno degli insetti più importanti per l’equilibrio degli ecosistemi.

Chi non ha studiato biologia, forse non sa che tutte le creature viventi, dal lievito fino a noi umani, sono composte da molecole in alcuni casi identiche tra loro che indicano una base biologica comune tra tutti gli esseri presenti sulla terra.

Non a caso, per valutare gli effetti di una sostanza sull’essere umano vengono presi in esame gli effetti in specie come il topo per i test clinici di sicurezza.

Tiziano Terzani, il noto scrittore fiorentino, direbbe che tutto è uno, e io allo stesso modo non posso non essere d’accordo con questa filosofia di vita.

Ma qui non voglio parlare di opinioni e visioni di vita, voglio semplicemente riportare alcune verità scientifiche al riguardo il glifosato, il pesticida più utilizzato al mondo.

Dire la verità in questo periodo storico è di vitale importanza in quanto la salute umana è bombardata ogni giorno non solo da sostanze chimiche inquinanti, ma anche e soprattutto da una logica del profitto che mette il guadagno economico di pochi davanti al diritto alla salute di tutti.

Cos’è il glifosato

formula chimicia glifosatoIl glifosato è il principio attivo del prodotto commerciale Roundup, un diserbante brevettato dalla Monsanto ed immesso nel mercato italiano dagli anni 70.

Ad oggi, risulta essere il diserbante più utilizzato al mondo in agricoltura, per la pulizia dei binari, nella manutenzione del verde pubblico e privato con ben 9 milioni e mezzo di tonnellate immesse nell’ambiente nel corso degli anni.

È un diserbante non selettivo, vale a dire una molecola che elimina indistintamente tutte le erbe infestanti e pertanto molto comodo in campo agricolo professionale.

La Monsanto ha detenuto il brevetto fino al 2011, mentre oggi il glifosato può essere commercializzato dalle varie aziende agrochimiche. In Europa sono ben 14 le aziende produttrici.

L’incremento dell’utilizzo del glifosato avvenne durante gli anni 90 quando il prodotto veniva commercializzato in coppia con sementi di soia geneticamente modificate capaci di resistere all’azione dell’erbicida.

Chimicamente il glifosato agisce come inibitore enzimatico che porta la pianta alla morte bloccando la normale attività cellulare. Una particolarità del prodotto è la sua efficacia anche nelle fasi di conservazione delle varie piante come i rizomi, fittoni, eccetera.

Come viene utilizzato il glifosato

Il glifosato, essendo un erbicida non selettivo, viene utilizzato in fase preparatoria del terreno agricolo per liberarlo dalle piante infestanti.

Nel caso delle colture geneticamente modificate può invece essere spruzzato anche durante la semina. Tuttavia, alcune investigazioni negli Stati Uniti svelarono che il prodotto venne utilizzato per essiccare il grano poche settimane prima del raccolto con concentrazioni nettamente maggiori nel prodotto finale.

L’assorbimento del glifosato avviene in 5-6 ore e il disseccamento della vegetazione è visibile in genere dopo due settimane.

Il glifosato è un forte chelante (legante), cioè è una sostanza capace di immobilizzare i micronutrienti critici, rendendoli indisponibili per la pianta. Ne deriva che l’efficienza nutrizionale delle piante trattate viene bloccata in maniera efficace.

In Italia il fotografo Marco Colombo ha sviluppato un progetto divulgativo sul glifosato in Italia, un reportage pubblicato su You Tube che ti consiglio di visionare per ampliare la tua visione sul problema:

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Effetti del glifosato sulla salute umana

Dato l’enorme utilizzo di pesticidi in agricoltura, queste sostanze sono ovviamente sottoposte a continuo monitoraggio dalle autorità competenti.

Essendo il glifosato il più utilizzato, l’attenzione sul suo utilizzo dovrebbe essere tra le più alte.

Nonostante alcune ricerche contrarie poi smentite, fino a pochi anni fa il glifosato era considerato innocuo per la salute umana.

Tuttavia, nel 2015 un autorevole studio dello IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha inserito il glifosato nella lista delle sostanze probabilmente cancerogene.

Tra i possibili effetti, alcune analisi epidemiologiche hanno associato il glifosato al linfoma non-Hodgkin, specialmente nei lavoratori che sarebbero esposti ad alte concentrazioni durante le attività lavorative.

Secondo la ricerca, anche ulteriori studi su animali e su cellule evidenzierebbero un’azione potenzialmente cancerogena del glifosato.

Il parere dello IARC arrivato come un fulmine a ciel sereno ha innescato la polemica scientifica tra difensori e accusatori della sostanza.

Questo è il caso dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che sempre nel 2015 ha redatto uno studio che andava in direzione contraria alle conclusioni dell’agenzia sulla ricerca del cancro.

Chi ha ragione?

IARC o EFSA?

Quando in gioco ci sono miliardi e miliardi di interessi economici, è difficile se non impossibile capire se la ricerca è totalmente indipendente o no.

Da una parte ci sono ricercatori ed istituzioni palesemente influenzate dai finanziamenti privati delle aziende produttrici, dall’altra forte pressioni dal mondo del biologico e di alcune associazioni ambientaliste.

Farsi un’idea super partes in questo contesto è impossibile.

Io da ambientalista pro biologico sono ovviamente favorevole alla diminuzione dell’utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura, tuttavia non sono sicuro che il glifosato sia il peggiore in assoluto.

Probabilmente ci sono pesticidi ben più dannosi, tuttavia quello che preoccupa è la sua concentrazione. Non sottovalutiamo poi il potere economico delle aziende quali la Monsanto ben descritta qui sulla Stampa che svela come il rapporto dell’EFSA abbia intere parti copiate dai report dell’azienda stessa.

Tuttavia, quello che è sicuramente certo ed innegabile è il principio di precauzione e gli effetti combinanti con altre sostanze.

L’ultimo rapporto nazionale  dei pesticidi dell’ISPRA parla chiaro, le persone favorevoli al glifosato non avranno mai ragione di fronte a questi dati oggettivi che non potranno mai essere replicabili in nessuna ricerca scientifica.

Le analisi effettuate rivelano infatti alcuni dati disarmanti, ti riporto qui alcuni spezzoni della ricerca:

Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque è reso complesso dal grande numero di sostanze utilizzate e dall’estensione delle aree interessate. In Italia, solo in agricoltura si utilizzano circa 130.000 tonnellate all’anno di prodotti fitosanitari [ISTAT, 2014], che contengono circa 400 sostanze diverse.”

“Per alcune sostanze la contaminazione per frequenza, diffusione territoriale e superamento dei limiti di legge, costituisce un vero e proprio problema, in alcuni casi di dimensione nazionale.”

“Ampio spazio, come sempre, è riservato al tema delle miscele di sostanze. La valutazione di rischio, infatti, nello schema tradizionale considera gli effetti delle singole sostanze, e non tiene conto dei possibili effetti delle miscele presenti nell’ambiente. C’è consapevolezza, a livello scientifico e normativo, che il rischio derivante dalle sostanze chimiche sia attualmente sottostimato.”

“Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9).”

“In alcune Regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria.”

“Sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012). Indice, questo soprattutto, di una maggiore efficacia complessiva delle indagini. Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute.”

“Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono: 14 glifosate e il suo metabolita AMPA, metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, desetil-terbutilazina.”

Quali pericoli per l’ambiente

effetti glifosato salute umanaTralasciando per un attimo gli effetti del glifosato sulla salute, vediamo come questa e le altre sostanze immesse in ambiente agiscono in natura.

Il primo e più studiato effetti dei pesticidi in ambiente è quello dell’interazione con gli insetti.

Nonostante alcuni di essi siano dannosi e fastidiosi (vedi le zanzare portatrici di malattie), gli insetti rivestono un ruolo ecologico di vitale importanza per tutti gli ecosistemi.

Anche se la nota frase (“Se l’ape scomparisse dalla faccia della Terra, all’uomo non resterebbero più di quattro anni di vita”.) attribuita ad Albert Einstein effettivamente sembrerebbe non sia stata mai pronunciata dal noto scienziato, questo non significa che non sia vera.

Le api, così come moltissimi altri insetti impollinatori,  infatti sono necessarie per l’impollinazione delle piante che senza il lavoro instancabile di questi meravigliosi animali non avverrebbe affatto. E senza impollinazione l’uomo non vivrebbe più di 4 anni al massimo.

E che c’entrano gli insetti con il glifosato?

C’entrano eccome perché ricerche scientifiche hanno evidenziato gli effetti dannosi della sostanza sul normale sviluppo degli insetti.

Lo studio di Buffin & Jewell del 2001 riporta una revisione che consiglio di leggere assolutamente dal quale si può sintetizzare quanto segue:

“Negli agroecosistemi è tossico per gli organismi benefici del suolo e gli artropodi benefici e predatori. Aumenta suscettibilità delle colture alle malattie.”

“In silvicoltura e l’agricoltura il glifosate ha effetti dannosi indiretti sugli uccelli e piccoli mammiferi danneggiando le loro scorte di cibo e l’habitat.”

“In Australia è stato constato che Roundup contenente POEA è letale per i girini di raganelle e altri anfibi. Il Governo australiano ha vietato l’uso di questi prodotti in prossimità di aree umide. Dosi sub-letali possono causare danni per deriva aerea e colpire habitat e specie di interesse fino a 20 metri di distanza dal spruzzatore.”

“In aree coltivate provoca deperimento nelle siepi e nelle alberature. Favorisce la crescita della popolazione di una lumaca d’acqua che è l’ospite intermedio di trematodi del fegato dei mammiferi. La ripartizione del Glifosate da parte dri microrganismi acquatici può causare effetti di eutrofizzazione.”

“E’ molto persistente nel suolo e nei sedimenti. Inibisce la formazione di noduli di batteri azoto fissatori sul trifoglio per 120 giorni dopo il trattamento.Residui di Glifosate sono stati trovati in lattuga, carote e orzo piantati un anno dopo il trattamento. Fertilizzanti fosfatici possono inibire la ripartizione nel suolo.”

Glifosato: considerazioni finali

Dopo questa breve guida, spero che anche tu ti sia fatto la tua personalissima idea da che parte stare.

La campagna mediatica pro glifosato è iniziata da tempo, alcuni giornali danno spazio a pseudo articoli scientifici probabilmente finanziati dalle aziende produttrici, devi stare attento a quello che leggi, io ho impiegato diverse settimane per ricercare tutto il materiale indicato nell’articolo.

Poi, non lo faccio per vantarmi, ma io sono laureato in Biologia e questo mi aiuta a capire e leggere i dati scientifici ambientali.

Non tutti hanno lo stesso vantaggio, se tu mi parlassi di musica avrei problemi enormi a capirti, tuttavia ho deciso di sviluppare Keep the Planet proprio per ovviare a questo ostacolo usando un linguaggio il più semplice possibile.

Gli effetti del glifosato riguardano tutti, anche chi non ha una cultura scientifica forte alle spalle.

Detto ciò, ora sta a te aiutare me, condividi l’articolo, aiuta Keep the Planet a crescere. Se hai Facebook, cerca il gruppo Amici di Keep the Planet, noi ti aspettiamo.

Alessandro

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