L’IMPATTO AMBIENTALE del CIBO 🍝 che mangiamo

Alt, se vuoi eliminare i kg in eccesso, se cerchi come toglierti quella orribile pancia, o eliminare la cellulite, hai sbagliato luogo.

Io sono sì un biologo, ma marino, non nutrizionista e in questo video parleremo di cosa mangiare per diminuire l’impatto ambientale a tavola, no per ridurre le guanciotte 🙂

Iniziamo con alcuni dati:

  • il 26% delle emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico derivano dalla produzione alimentare;
  • il 70% delle acque dolci utilizzate sono impiegate nella produzione di cibo;
  • la metà delle terre abitabili è occupato dall’agricoltura;
  • il 78% delle acque deteriorate dall’eccesso di nutrienti derivano dall’agricoltura e dall’allevamento;
  • delle 28 mila specie selvatiche minacciate di estinzione, ben 24 mila dipendono da cause legate alla produzione di cibo.

Siamo umani, dobbiamo mangiare e non possiamo certo farcene una colpa, ma cosa possiamo fare per diminuire il nostro impatto sugli ecosistemi naturali?

Puoi continuare la lettura o guardare direttamente il video:

Quando parliamo di inquinamento legato all’alimentazione dobbiamo prendere in considerazione diversi parametri.

I parametri per misurare l’impatto ambientale del cibo

Il primo parametro per determinare la sostenibilità di un cibo è il consumo di territorio.

Quanto terreno è necessario per ottenere un kg di prodotto? E per 1000 kilocalorie? O 100 grammi di proteine?

Il consumo di territorio è un tema importante e complesso perché in un pianeta finito con una popolazione in crescita, dobbiamo utilizzarlo nel miglior modo possibile.

consumo territorio produzione cibo In questa immagine vediamo come il 50% delle terre abitabili è occupato dalle attività agricole, mentre il 39% dalle foreste e il restante 11% sono le aree urbane.

Di questo 50%, il 77% è legato alla produzione di carne e latticini comprendendo i terreni utilizzati per alimentare gli animali.

A livello di consumo di territorio, i due alimenti con il peggior impatto sono la carne bovina ed ovina, a seguire troviamo formaggi, latte e cioccolato, mentre dalla parte opposta della scala troviamo alcune tipologie di frutta, verdure, legumi e cereali.

Un discorso a parte andrebbe fatto per i prodotti provenienti dal mare che ovviamente non consumano terreno, ma che hanno impatti diversi a seconda della loro tipologia.

Un’altra precisazione deriva dal metodo di produzione, alcune attività tradizionali come la pastorizia allo stato brado svolgono un ruolo nella biodiversità locale, un tema a cui dedicherò un video al riguardo.

Il secondo aspetto legato all’inquinamento dell’industria del cibo è il consumo di risorse idriche, quanti litri di acqua dolce sono necessari per ottenere un kg di prodotto? 100 grammi di proteine o 1000 kcal?

consumo risorse idriche produzione cibo In questa immagine vediamo una situazione diversa dalla precedente, in cima alle classifiche troviamo prodotti insospettabili come le noci.

Da questi dati viene fuori un altro interessante aspetto, prendiamo ad esempio il caso dei gamberi di allevamento che occupa poco terreno, ma che consuma grandi quantità di acqua dolce.

Il consumo di risorse idriche è un parametro che va comunque messo in relazione al luogo di analisi, ci sono infatti paesi con abbondanti riserve e altre che soffrono condizioni di siccità.

Rimaniamo sempre all’interno del mondo acqua per analizzare il terzo impatto ambientale della produzione di cibo, l’inquinamento delle acque.

L’eutrofizzazione, cioè l’inquinamento delle acque dovuto ad eccesso di nutrienti quali sali di azoto e fosforo, è un serio problema ambientale.

Questo è dovuto principalmente al dilavamento dei fertilizzanti usati nella coltivazione delle terre circostanti o all’inquinamento organico prodotto dalle attività umane.

L’alterazione della qualità delle acque provoca squilibri agli ecosistemi acquatici che in alcuni casi, possono addirittura sparire.

In ambiente naturale gli equilibri chimico fisici e biologici sono in perfetta armonia, creati da lunghi processi e interazioni. Come sempre accade il nostro intervento altera in maniera profonda questi legami.

In questa immagine vediamo come i diversi cibi impattino nella salute delle acque, ancora una volta, in cima alle classifiche troviamo prodotti di origine animale.

eutrofizzazione alimentazione cibo

Siamo arrivati all’ultimo parametro, e probabilmente anche il più discusso, le emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico.

I gas serra sono gas normalmente presenti in atmosfera con la capacità di trattenere una parte dell’energia solare e riscaldare la superficie terrestre.

La loro presenza è fondamentale per la vita. Un equilibrio delicato formatosi nel corso dei milioni di anni.

Poi siamo arrivati noi.

Negli ultimi 100 anni le attività umane hanno immesso immense quantità di gas serra in atmosfera, alterando i normali equilibri naturali.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Incendi sempre più devastanti, tempeste sempre più violente, desertificazione, nonostante tutta la comunità scientifica è concorde sulle cause e sugli effetti, il vero impatto dei cambiamenti climatici li vivremo tutti quanti e molto presto sulla nostra pelle.

In questa complicata situazione, ci sono dei parametri da rispettare, e ognuno deve fare la sua parte.

Come comuni cittadini, attivisti, come persone consapevoli, abbiamo il dovere di ridurre dove possibile il nostro impatto ambientale e quello che mettiamo in tavola può fare la differenza.

emissioni produzione ciboNelle prime posizioni, oltre alle ormai note carni bovine, troviamo alimenti come il caffé e la cioccolato con bassissimi contributi proteici e calorici.

Si vede inoltre come non tutte i vegetali sono impattanti allo stesso modo, i pomodori emettono a parità di proteine circa il doppio rispetto le banane e comunque sempre di più rispetto al latte.

Oltre alla produzione, ad incidere nell’impatto finale dobbiamo inoltre aggiungere l’energia necessaria per i trasporti, per la conservazione e per gli imballaggi.

A tutto ciò dobbiamo sommare anche l’impatto dello spreco alimentare che da solo incide per ben il 6% delle emissioni totali.

Qual è l’insegnamento che possiamo trarre da questi dati?

Il tema dell’impatto ambientale nella produzione di cibo è un tema piuttosto complesso e la risposta non può certamente essere semplice.

Gli esperti e le evidenze scientifiche confermano che la tipologia di prodotto che consumiamo impatta notevolmente sulla salute del nostro ambiente.

Per raggiungere un risultato concreto dobbiamo innanzitutto smettere di dividerci in squadre, vegani contro carnivori, vegetariani contro vegani e così via.

Ognuno deve ascoltare la propria coscienza e agire di conseguenza, senza dimenticare che il rispetto reciproco è il valore fondamentale per avere successo.

Puoi iniziare anche con un piccolo passo come ad esempio smettere di comprare carne bovina proveniente dal Sudamerica e sostituirla con una bella pepata di cozze.

Puoi decidere di smettere di mangiare il sostituto di carne fatto di soia proveniente dall’Asia, e comprare gli ortaggi dell’azienda sotto casa, implementare il lunedì vegano con prodotti a chilometro zero, oppure rinunciare a quella barretta energetica con cioccolato fondente.

Non c’è bisogno di stravolgere la propria esistenza o di insultare il prossimo se non la pensa come te.

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