Per proteggere la natura bisogna prima amarla, e per amarla bisogna prima conoscerla. Non basta una vita per descrivere tutta la meravigliosa biodiversità marina, ma noi piano piano ci proviamo.
Oggi parliamo di leoni marini, da non confondere con gli altri mammiferi marini.
Foche, trichechi e leoni marini fanno infatti nascere un bel po’ di dubbi e perplessità a causa della stretta somiglianza tra le specie. Questi splendidi esemplari facenti parte della famiglia degli Otariini rientrano nei pinnipedi più famosi.
Tutti i generi e le specie fanno parte della superfamiglia dei pinnipedi, una superfamiglia di mammiferi semi-acquatici carnivori largamente distribuiti in molti mari del mondo.
La superfamiglia dei pinnipedi è composta a sua volta da tre famiglie: Odobenidi, rappresentati da un’unica specie, il tricheco; Otariidae, rappresentati le otarie e leoni marini, comprendenti 16 specie; Focidi, le foche vere e proprie, con 18 specie.
I leoni marini hanno dalla loro i padiglioni auricolari esterni che rendono la differenziazione della specie molto più semplice.
Amanti delle acque gelide, vivaci giocherelloni e protagonisti di affascinanti balli acquatici, i leoni marini hanno conquistato la simpatia dei più. Qui di seguito tutto quello che devi sapere sulla specie.
Chi è il leone marino
Partiamo subito col dire che il leone marino non ha nulla in comune con il leone terrestre se non il loro nome comune.
I leoni marini appartengono alla sottofamiglia degli Otarinii e in natura prevedono sei generi e sette specie, esclusa quella estinta del leone marino giapponese.
Questi buffi animali acquatici sono mammiferi somiglianti alle foche e si caratterizzano per la presenza di padiglioni auricolari esterni e quattro pinne sulle quali riescono abilmente a camminare.
Questi splendidi esemplari costituiscono, insieme alle otarie orsine, la famiglia degli Otariidae meglio noti come foche con le orecchie.
Descrizione dei leoni marini
I leoni marini sono mammiferi semi-acquatici pinnipedi. Hanno quattro pinne sulle quali riescono abilmente a camminare sebbene con movenze molto più goffe rispetto alle abilità acquatiche sfoggiate durante il nuoto.
La caratterizzazione principale di questi animali sta nei padiglioni auricolare esterni che caratterizza tutte le specie esistenti in natura.
A un primissimo sguardo si potrebbe non differenziare un leone marino da una foca ma un esperto potrà constatare che si tratta di due animali completamente differenti.
Sul capo della foca si può constatare la differenza dei padiglioni auricolari. Il leone marino maschio può arrivare a pesare 300 kg ed è lungo circa 2,4 metri mentre la femmina pesa solo 100 kg e raggiunge un massimo di 1,8 metri.
Tra le specie più grandi troviamo il leone marino Stellar che può arrivare a pesare ben 1000 kg per 3 metri di lunghezza.
Alimentazione e riproduzione dei leoni marini
La natura ci insegna che ci sono predatori e cacciatori. Nel caso dei leoni marini siamo di fronte a consumatori di cibo in elevata quantità, a ogni pasto esauriscono dai 7 ai 16 kg di cibo.
Questo li rende predatori di tutto ciò che è in mare come salmone, frutti di mare, nasello, merlano, acciuga e molto altro, ma anche vittime di predatori come orche o grandi squali. In genere gli squali accerchiano i leoni marini durante il loro riposo sulla superficie dell’acqua.
Il ciclo riproduttivo varia a seconda della specie in questione. Nel caso del leone marino della California ha un ciclo riproduttivo di dodici mesi di cui 9 dedicati alla gestazione.
I parti si concentrano nei mesi di giugno e luglio e nei successivi 10 giorni le femmine allattano i piccoli sulla terra ferma. Tutti i cuccioli restano insieme sulla terra ferma e ogni femmina di leone marino differenzia il suono del verso per richiamare a sé la prole.
Habitat e varietà dei leoni marini
Il leone marino è un mammifero acquatico che proprio nell’acqua trova il suo elemento. Per tale ragione è di facile intuizione l’habitat nel quale vive.
In particolare è possibile trovare i leoni marini nelle acque subartiche e in quelle tropicali oceaniche. Il luogo preferito con un’alta concentrazione di leoni marini sono le acque fredde dell’America meridionale e della California, le acque gelide dll’Alaska e il mare delle isole Aleutine.
Dei sei generi e sette specie esistenti soltanto il leone marino giapponese è estinto tra gli anni ‘50 e ‘80 a causa delle incessanti battute di caccia. Di recente si è entrati a conoscenza di un leone marino ibrido che è il risultato dell’incrocio tra un leone marino californiano e uno sudamericano.
Addestramento e interazioni con l’uomo
Alcune specie di leone marino sono facilmente ammaestrabili e troppo spesso vengono utilizzati negli zoo e acquari. Anche la foca con la palla che ruota sul naso, tipica immagine del circo, è in realtà un leone marino.
Affettuosi e giocherelloni, di rado attaccano l’uomo. Quelle poche volte in cui è successo, gli specialisti hanno dimostrato che spesso è conseguenza di un gioco poco controllato e mai un’azione mirata verso l’aggressione.
La facilità di addestramento ha permesso anche strette collaborazioni, come quella nata a San Diego nel corso del progetto sui Mammiferi Marini della Marina, dove questi splendidi esemplari vengono addestrati per individuare i subacquei.
In antichità il popolo peruviano dei Moche era solito ritrarre la specie, spinti dalla venerazione del mare e dei suoi abitanti.
Noi di Keep the Planet siamo un’associazione ambientalista, ma siamo comunque contrari all’utilizzo degli animali per il semplice divertimento e intrattenimento.
Curiosità sui leoni marini
Sulla storia dei leoni marini c’è tanto da raccontare e parlando delle curiosità si può cominciare dall’etimologia del nome. Il nome deriva dal greco e si legge otarion che significa “piccola orecchia”.
Si tratta della caratteristica fisica principale e denota i padiglioni auricolari esterni molto piccoli. Nell’alimentazione sappiamo che si nutrono esclusivamente di pesci come i salmoni e i frutti di mare ma quel che sorprende è che i leoni marini possono mangiare anche piccoli squali o piccole orche, diventando, soprattutto insieme, dei veri cacciatori di quegli stessi animali che in genere mirano loro come predatori.
Le pinne donano loro agilità in acqua ma nonostante sian eccellenti nuotatori, amano stare sulla spiaggia. Questi giganti del mare sono stati i protagonisti di un recente studio che ha dimostrato gli effetti benefici della pet therapy.
In un parco acquatico di Roma per alcuni disturbi, infatti, sono andati in aiuto foche e leoni marini. Questi splendidi mammiferi acquatici hanno un’aspettativa di vita di 25/30 anni e possono nuotare raggiungendo una velocità di 16 nodi, circa 30km/h.
Le specie a rischio estinzione
Delle specie di leone marino presenti in natura soltanto quello giapponese è estinto, a causa delle battute di caccia che hanno avuto luogo frequentemente negli anni ‘50.
L’ordine arrivò perché questi animali avrebbero messo a repentaglio la pescosità del luogo.
Purtroppo però altre specie rischiano la definita estinzione: si tratta del leone marino australiano, quello delle Galàpagos e quello della Nuova Zelanda.