Oh ma che carini sono gli animali selvatici, tigri, ghepardi, leoni, accarezziamoli, abbracciamoli, diamogli da mangiare.
Se ami gli animali selvatici, non farlo.
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Perché non devi alimentare gli animali selvatici
Se all’apparenza dare da mangiare ad un simpatico animale selvatico sembra un atto innocuo, in realtà si genera un grave danno ambientale.
Quando si abitua un animale selvatico a ricevere cibo con facilità si innescano infatti tutta una serie di problematiche. Vediamole insieme.
Incapacità di trovare cibo in maniera naturale
Un animale che riceve cibo dagli umani è un animale che diventa incapace di procurarselo in natura. Tutti gli esseri viventi sono tendenzialmente pigri, cerchiamo costantemente la scorciatoia verso il piacere immediato e facile, uomini e animali, nessuno escluso.
Si avvicina ai centri abitati
Un animale incapace di procurarsi il cibo in maniera autonoma è un animale dipendente dall’essere umano e come tale si avvicinerà a lui per cercare altro cibo facile.
E quando un animale selvatico si avvicina troppo all’essere umano, i problemi non sono mai pochi.
Avvicinandosi ai centri urbani, gli animali selvatici aumentano le loro probabilità di venire uccisi, ad esempio in un incidente automobilistico, di ingerire delle trappole per topi avvelenate, di venire attaccati dagli animali domestici, venire uccisi dai cacciatori.
Possono diventare pericolosi
Gli animali selvatici abituati a ricevere cibo possono anche diventare molto pericolosi.
Pensiamo ad esempio a tutte quelle tigri in cattività abituate a ricevere carne da noi umani, questi sono animali incapaci di cacciare in natura, immaginate per un secondo cosa succederebbe se queste tigri venissero liberate.
Ecco un altro esempio drammatico di quello che succede quando si alimentano specie selvatiche, la guida che offre cibo agli squali mette in pericolo non solo la salute degli animali, ma anche l’incolumità dei turisti.
Nel mio recente viaggio in Messico sono stato vittima inconsapevole di una di queste trappole per turisti.
Da biologo marino infatti non potevo non partecipare alla più classica delle gite ecoturistiche, un’uscita in barca per fare snorkelling sopra la barriera corallina a largo dell’isola caraibica di Cozumel.
Quello che ho trovato di fronte ai miei occhi mi ha scioccato letteralmente.
Non solo una barriera corallina danneggiata e seriamente compromessa, possiamo infatti notare i coralli morti ricoperti da alghe, segno distintivo della fine di una barriera, ma addirittura la nostra guida snorkelling rilasciare cibo per attirare i pochi pesci rimasti.
I turisti insieme a me erano ovviamente felici e contenti, ignari dei danni che la guida provocava, io da biologo marino consapevole un po’ meno.
Io ho fatto notare lo sbaglio alla guida, ma molto probabilmente questo non cambierà le sue future azioni. Se saremo sempre di più, ogni giorno, a far notare lo sbaglio, forse potremmo migliorare le cose.
Alimentare specie selvatiche come procioni, squali e pesci distrugge l’istinto naturale di questi animali che perderanno la loro capacità di sopravvivere secondo le inesorabili leggi della natura.
Rischio di zoonosi
Un’altra grave conseguenza di questo apparente innocuo gesto è il rischio di zoonosi da una parte e dall’altra.
Noi esseri umani siamo portatori di virus e batteri che inconsapevolmente potremmo passare agli animali selvatici. Questo è particolarmente vero con specie simili a noi come i primati con cui condividiamo una porzione ampia di DNA.
Non solo noi a loro, ma anche loro a noi, quando ci avviciniamo ad un animale selvatico potremmo venir morsi, potrebbero aggredirci e passarci delle malattie potenzialmente mortali, non dimentichiamoci che sono creature selvatiche e come tali dovremmo rispettarle e anche un po’ temerle.
Danni alla loro salute
I problemi non finiscono qui, spesso il cibo offerto agli animali non è necessariamente anche quello più adatto alla loro dieta.
La fauna selvatica ha diete specializzate, mangiare il nostro cibo può portare a malnutrizione e altri problemi di salute.
L’esempio più evidente è ad esempio la deformità dell’ala d’angelo” nelle anatre e nelle oche che vengono nutrite con il pane nei parchi cittadini.
Il pensiero più diffuso in chi decide di alimentare un animale selvatico è un’autoassoluzione del proprio gesto che si tende a percepire come di poco conto.
Che male può fare ad un piccolo pezzo di pane ad una volpe o ad un capriolo, voi ambientalisti sempre così esagerati. Ma pensa al fatto quando questi gesti da uno, diventano milioni a livello globale.
Se in passato hai fatto questo gesto non devi sentirti in colpa, ma ora da oggi in poi non farlo più. La fauna si è adattata all’ambiente in cui vivono da milioni di anni. Gli animali sono capaci di trovare il proprio cibo e non hanno bisogno del nostro aiuto.
Se ami gli animali, se desideri veramente il loro meglio, ci sono vie molto più efficaci come partecipare a veri viaggi ecoturistici dove i contatti ravvicinati sono sempre vietati, o ancora meglio partecipare ad uno dei tanti progetti di volontariato ambientale.