Oggi vi racconterò una storia molto triste, non adatta a tutti, se sei particolarmente sensibile allo sfruttamento e alla sofferenza animale, fatti un favore non guardare il video.
Questa è la storia dei dancing bear, gli orsi danzanti.
Una tradizione barbara e crudele, dettata da povertà e ignoranza.
Leggi l’articolo o guarda il video:
Chi sono gli orsi danzanti
Gli orsi danzanti sono animali catturati allo stato selvatico da piccoli, sottratti con violenza dalle loro madri che venivano uccuse dai fucili dei bracconieri.
Questi piccoli orsi, nella loro intera vita non hanno visto che violenza e sofferenza.
Le immagini che seguiranno saranno particolarmente dure, impattanti, ma la storia va raccontata, perché è solo dalla storia che possiamo imparare e migliorare.
La quasi totalità degli orsi erano catturati da popolazioni nomadi gipsy particolarmente povere ed emarginate dalla società.
Questa triste usanza era particolarmente presente in Bulgaria, Serbia, Albania, India e Pakistan.
In Europa venivano utilizzati gli orsi bruni, mentre in Asia si utilizzavano gli orsi labiati.
Gli orsi danzanti dell’India erano principalmente sotto il controllo dei Kalandar, una popolazione particolarmente povera, in Europa invece erano sotto il possesso dei popoli rom dell’est europa.
Questi animali venivano utilizzati come triste spettacolo di intrattenimento presso strutture turistiche.
Lo spettacolo per ricchi turisti paganti era piuttosto semplice, un orso danzante a suon di musica.
Il processo di addestramento
Per far sì che l’orso danzasse a suon di musica si doveva effettuare un processo piuttosto violento e doloroso.
Gli animali venivano fatti camminare sopra braci o metalli ardenti, le zampe ricoperte da vasellina quanto basta per non venire bruciate, ma non a sufficienza per sentire il terribile calore.
Gli orsi per scappare dal dolore iniziavano ovviamente a saltellare, come fosse un ballo.
Durante questi maltrattamenti, il carceriere suonava il suo violino fino a quando l’animale associava la musica al dolore e quindi alla danza.
Come se tutto questo non bastasse, all’orso venivano strappate zanne e denti per non essere pericoloso con le persone. Quando in verità ad essere pericolosi non sono certo gli orsi.
Orsi che venivano anche drogati con forti dosi di alcol.
Ma il fatto peggiore, particolare che forse avrai già notato, è l’anello inserito nella parte più sensibile dell’animale, il naso.
Qui una corda sempre in tensione per controllare ogni singolo movimento dell’orso sta a ricordare fino a che punto l’uomo possa spingersi.
La fine dei dancing bears
Oggi grazie al duro lavoro degli attivisti durato anni, gli orsi danzanti sono finalmente un triste ricordo.
In India la detenzione di orsi fu dichiarata illegale nel 1972, tuttavia si dovette aspettare fino ai primi anni 2000 per cercare di risolvere la situazione.
I motivi erano essenzialmente 2, da una parte una popolazione particolarmente povera e priva di reali opportunità lavorative, dall’altra la mancanza di centri di recupero dove inserire gli animali.
Questi orsi dopo tutte le sofferenze subite non sono infatti capaci di ritornare allo stato selvatico. Non hanno mai conosciuto la vita selvatica, non saprebbero come procurarsi il cibo se non chiederlo all’uomo diventando quindi una minaccia per i villaggi.
Finalmente, nel 2003, i primi esemplari di orsi riscattati vennero inseriti in un santuario a loro dedicato nella cittadina di Acra, nell’Uttar Pradesh.
Gestito interamente dalla ONG Wild Life SOS, oggi il centro ospita oltre 350 esemplari recuperati.
Dopo l’ovvia rimozione dei dolorosi anelli, qui gli orsi ricevono tutte le cure mediche necessarie e piano piano vengono abituati ad una vita dignitosa.
Non potendo essere rilasciati, vivono in semi libertà in ampie recizioni all’interno del loro ambiente naturale.
Dopo oltre 300 anni di orsi danzanti in Europa, finalmente nel 1998 l’orso diventa specie protetta anche in Bulgaria e la sua detenzione privata ovviamente illegale.
Subito dopo, nel 2000 il primo centro di recupero dedicato esclusivamente agli ormai ex orsi danzanti fu aperto a Belitsa, una piccola cittadina situata nel cuore del Rila, un complesso montuoso della Bulgaria sud occidentale.
Centro di recupero che ho avuto l’onore di visitare proprio quest’estate.
Four Paws e la Bridgitte Bardot foundation sono le due associazioni responsabili di questa struttura.
Qui trovano rifugio circa 20 esemplari recuperati dopo anni di sofferenza. Gli ultimi 3 orsi sono arrivati nel centro nel 2009 dalla Serbia, decretando finalmente la parola fine su questa triste vicenda storica.
Il centro è stato realizzato grazie all’aiuto di esperti internazionali con lo scopo di ricreare alla perfezione l’habitat naturale dell’orso bruno.
Nonostante le reti, gli orsi vivono all’interno di fitti boschi e colline dove sono presenti anche laghi balneabili e tane per dormire di diverse dimensioni e forma
Qui gli orsi possono vivere una vita tranquilla e serena, quanto più vicino possibile alla normalità per la loro specie.
La buona notizia è che il centro è visitabile da tutti durante la stagione estiva, la presenza di visitatori è molto importante in quanto servono molti fondi per alimentare e proteggere questi poveri animali