Perché scegliere prodotti di stagione aiuta l’ambiente

Ogni azione che si rispetti comporta una conseguenza. Vale anche per ciò che disponiamo sulle nostre tavole e per ciò che scegliamo di mangiare, ed è per tale ragione che preferire prodotti di stagione, soprattutto in termini di ambiente, è una scelta saggia ed ecologica che non va sottovalutata.

Ogni alimento sano previsto da una dieta equilibrata ha una propria stagionalità; non è raro infatti pensare a un orto estivo e constatare quanti prodotti siano diversi rispetto a quello stesso orto nei mesi invernali.

Il fatto che in commercio, spesso, siano reperibili alcuni alimenti tutto l’anno non è un segno tangibile di qualità, nonostante ciò soddisfi il nostro desiderio di reperire un prodotto anche nelle stagioni in cui la natura è al lavoro per produrne altri.

Le stagioni e le condizioni di crescita e qualitative degli alimenti

scegliere prodotti di stagioneGli ecologisti hanno sottolineato come cambiando le temperature, cambino anche le condizioni di crescita di frutta e verdura.

Uno stesso alimento, infatti, può variare le condizioni di crescita già durante il passaggio dalla primavera all’estate mentre l’inverno e l’autunno servono a bilanciare le risorse della terra. 

Gli ecologisti hanno inoltre a lungo dibattuto sulla questione e hanno decretato le stagioni in quanto fonte di diversità naturale che vanno assolutamente assecondate e non stravolte.

Il problema principale sta nel fatto che sempre più spesso di fronte a una tavola imbandita, si dimentichino le stagioni e gli alimenti rappresentati da quel determinato periodo.

Da questo punto di vista un impatto essenziale lo ha dato la distribuzione mondiale di cibo, che ha reso, sotto gli occhi assenti di molti, il prodotto alimentare disponibile 365 giorni l’anno. Sebbene la disponibilità sia uguale tutto l’anno è bene però non credere che ciò che stiamo acquistando e mangiando abbia le stesse qualità tutto durante le varie stagioni.

Uno studio condotto nel 1997 dal Ministero dell’Agricoltura, Pesca e Alimentazione di Londra, ha potuto constatare come all’interno del latte siano state riscontrare differenze nei nutrienti: in inverno, infatti, la presenza di iodio nel latte è maggiore mentre in estate è stata riscontrata una maggiore presenza di beta-carotene.

Pensare che il latte possa presentare una disparità così evidente può apparire verosimile ma in realtà tutto dipende dalla varietà alimentare delle mucche.

Gli alimenti conservati con il sale sono consumati dagli animali durante il periodo invernale mentre in estate si registra un maggior consumo di piante fresche. Ma non è l’unico elemento che lascia agli ecologisti sottolineare l’importanza del consumo stagionale, in Giappone, infatti, è stato scoperto un maggiore contenuto di Vitamina C negli spinaci raccolti in estate rispetto a quelli invernali.

Mangiare in base alle stagioni

Tirando le somme è importante per l’ambiente e per il reale ciclo che quest’ultimo sostiene, consumare i cibi solo ed esclusivamente in base alla loro stagionalità.

Per non essere colti impreparati è bene avere chiari già da subito quali siano gli elementi chiave da acquistare i base al periodo. 

C’è da sottolineare poi che un menù stagionale non varia solo di periodo in periodo ma anche a seconda della regione in cui si vive. In linea generale è comunque possibile stilare un elenco di alimenti a seconda della stagionalità.

Partiamo dalla primavera, periodo in cui è consigliato concentrarsi sulle verdure a foglia come la bietola, gli spinaci, la lattuga romana, il prezzemolo e il basilico.

In estate, invece, è possibile fare incetta di verdure di vario genere, in particolare quelle che nascono aeree come l’aglio, il basilico, le bietole, le carote, le cipolle, i cetrioli, i cavoli cappuccio e ancora patate, peperoni, zucche, zucchine, sedano, rapa e ravanello.

Dal punto di vista della frutta anche in questo caso è possibile scegliere in un ventaglio di proposte più che vario: albicocche, amarene, banane, ciliegie, fragole, fichi, fragoline, lamponi, meloni, mirtilli, pere, pesche, prugne e uva spina.

In autunno è bene concentrarsi su carote, patate dolci, cipolle, aglio e spezie come zenzero e pepe.

In inverno invece non c’è da preoccuparsi, soccorrono le tavole le cicorie, i cavolfiori, le carote, i cavoli cappuccio, la verza, le erbette, i fagioli, i porri, i radicchi, la scorzonera e molto altro.

Da non dimenticare fichi, limoni, mele, nespole, nocciole e noci. Come già anticipato, molta frutta è reperibile sia in estate sia in inverno ma è stato abbondantemente dimostrato che la frutta estiva contiene molta più acqua di quella invernale, per cui si consiglia sempre di scegliere non a seconda della disponibilità dei banconi al supermercato ma della stagione di riferimento.

Perché mangiare prodotti di stagione fa bene all’ambiente

Scegliere i prodotti di stagione non è soltanto un’azione egoista per il nostro organismo ma una scelta responsabile e sostenibile che ricade sull’ambiente.

Prediligere una dieta che sia stagionale è infatti ecologica sotto diversi punti di vista. Scegliere di avere prodotti estivi come le melanzane durante il periodo invernale equivale ad aumentare i trasporti, le energie, i pesticidi e i soldi. In sintesi un aumento degli sprechi.

Gli alimenti fuori stagione raggiungono le tavole solo dopo aver inquinato abbondantemente per via delle serre riscaldate, e dopo aver inquinato il terreno con un elevato numero di residui chimici, e dopo essere state nelle celle e aver fatto spendere il doppio, in termini economici e ambientali, rispetto alla coltura di stagione.

Anche l’utilizzo di concimi, pesticidi e conservati è nettamente dimezzata se si sceglie di acquistare prodotti di stagione.

Non è soltanto un tentativo per migliorare la propria dieta ma prevede un netto miglioramento dal punto di vista ambientale. Bisogna pensare, inoltre, che nemmeno l’accurato lavaggio del prodotto è capace di eliminare la totalità dei pesticidi e dei conservanti utilizzati per la coltura fuori stagione.

L’ambiente è straordinario nel suo ciclo naturale ed è per tale ragione che bisogna assecondarlo e non stravolgerlo. Non è un caso, infatti, che le arance maturino quando si registra il picco di influenze e raffreddori, e che la frutta ricca di Vitamina A, quella che protegge dal sole, nasca proprio durante il periodo estivo.

Tirando le somme non è necessario quindi continuare per poter decretare l’importanza indiscussa, per l’organismo e per l’ambiente, del consumo di prodotti soltanto durante la propria stagionalità.

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