Esistono soluzioni alla siccità?

Il mondo ha sete di acqua, la crisi idrica batte alle porte di ciascuno di noi, la siccità è arrivata.

Diamo per scontato molte cose, l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, i vestiti che portiamo, l’acqua che beviamo, ma siamo sicuri che tutto quello che oggi sostiene la nostra esistenza sarà per sempre?

E quindi? Siamo spacciati o abbiamo una via d’uscita dalla crisi idrica?

Guarda il video o leggi l’articolo:

https://www.youtube.com/watch?v=xgGTjQnB67U

Mi rendo conto che schiacciati dai problemi quotidiani, potremmo non aver voglia di stare a pensare anche all’acqua che esce dal rubinetto.

Abbiamo il mutuo da pagare, il datore di lavoro da sopportare, la moglie che ci lascia, la retta della scuola dei figli, l’inflazione, e tutti gli altri problemi della vita, ma l’acqua che esce dal rubinetto che oggi diamo per scontato, domani potrebbe non esserci più.

La cosa assurda di tutta questa situazione è che l’Italia è un paese ricco di risorse idriche, abbiamo fiumi, laghi, falde acquifere, boschi, foreste, montagne e colline, tuttavia, nonostante ciò, molte zone in Italia soffrono la sete.

La ricchezza idrica dell’Italia e la siccità 2022

La ricchezza idrica dell’Italia è rappresentata da oltre 300 miliardi di metri cubi di precipitazioni che ogni anno si sversano nel nostro paese. Questo ci rende uno dei paesi più ricchi al mondo d’acqua. Chi sa osservare con curiosità e attenzione il patrimonio naturalistico italiano lo sa.

L’arco alpino è ricco di fiumi e sorgenti che un tempo facevano della Pianura Padana uno degli habitat più produttivi al mondo.

Lo stesso vale per l’arco appenninico che attraversa l’intera penisola offrendo paesaggi ricchi e biodiversi.

Nonostante tutta questa ricchezza, negli ultimi anni le precipitazioni sono in diminuzione a causa degli ormai noti cambiamenti climatici.

Piove meno del passato e i cambiamenti climatici sono una realtà, ma questo da solo non giustifica lo stato di emergenza che stiamo vivendo.

Confrontando il periodo tra il 2001 e il 2019 con il periodo precedente dal 1971 al 2000, scopriamo che il Tevere ha ridotto la sua portata del 15%, mentre il PO dell’11%.

In un precedente video sui sul canale ho parlato dei motivi per cui manca l’acqua in Italia, ma oggi voglio concentrarmi su quali azioni dobbiamo compiere oggi, per salvare la risorsa naturale forse più importante.

Le soluzioni alla siccità

Primo punto, la consapevolezza.

L’acqua è una priorità, spesso data per scontata, ma così non è. La ricchezza idrica del nostro paese va tutelata, protetta, conservata e gestita.

Dobbiamo saper dare priorità all’acqua come bene essenziale per lo sviluppo della società. Senza acqua non c’è vita, e prima lo capiamo e meglio è.

Chi gestisce la cosa pubblica deve garantire l’acqua da bere per tutti cittadini, per l’uso civile, per la produzione di cibo e per mantenere il funzionamento fondamentale degli ecosistemi. Ecco quindi che diventa cruciale, per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, rivedere la distribuzione dell’acqua per i vari utilizzi per far fronte della sua minor disponibilità.

Capita l’importanza fondamentale del bene acqua, si deve razionalizzare il suo consumo.

Per farlo è utile garantire delle priorità di utilizzo ed eliminare tutti gli usi impropri.

Per favorire la gestione dell’acqua che è un bene pubblico imprescindibile è utile ridare forza e centralità alle Autorità di Bacino, enti pubblici che dovrebbero garantire il corretto utilizzo del suolo e delle sue risorse attraverso una politica unitaria a livello nazionale dell’acqua.

Capita l’importanza dell’acqua e individuata una corretta rete di comando e gestione, la fase operativa prevede una delle più grandi sfide che attende l’umanità: il ripristino del funzionamento ecosistemico.

La natura per milioni di anni ha saputo organizzarsi per offrire il miracolo più grande, l’esistenza stessa della vita. E’ da questa vita da cui noi proveniamo, è da Madre Natura che sono nate le più straordinarie rappresentazioni del grande mistero della vita sulla terra.

Noi umani ne facciamo parte, ma sembra che ce siamo dimenticati. Specialmente negli ultimi decenni l’impatto delle attività umane sta mettendo a dura prova la natura che viene danneggiata, distrutta, ignorata.

Ed è proprio dalla natura che dobbiamo imparare, possiamo infatti risanare gli ambienti naturali seguendo le cosiddette soluzioni basate sulla natura, le NBS, Nature Based Solution.

Le soluzioni basate sulla natura sono azioni rivolte alle sfide urbane e sociali ispirate e supportate dalla natura: tetti e mura verdi, boschi urbani, sistemi di gestione alternative delle acque piovane, agricoltura urbana, metodi di produzione agroforestali, riforestazione.

Queste soluzioni sono economicamente convenienti e contemporaneamente portano benefici di tipo ambientale, sociale ed economico, oltre ad aiutare ad aumentare la resilienza della natura.

Nel caso della gestione delle acque, si deve ripristinare il corretto funzionamento degli ecosistemi fluviali garantendo l’assorbimento delle acque piovane dal terreno che andranno a loro volta a riempire le falde acquifere sotterranee.

Per ripristinare il naturale funzionamento ecologico dei fiumi e dei laghi si deve proteggere e rigenerare le parti boschive che costeggiano il corso dei fiumi.

La carenza idrica è provocata anche dal fatto che nel corso degli anni abbiamo modificato gli argini dei fiumi, abbiamo cementificato dove non andava fatto, è giunto il momento di fare un passo indietro e ridare il giusto ruolo alla natura.

Grazie a questa strategia basata sulla capacità rigenerativa della natura si ottengono molteplici vantaggi tra cui il maggior assorbimento di acqua piovana e la riduzione dei danni provocati dalle alluvioni.

Le zone naturali adiacenti ai corsi d’acqua dolce favoriscono infatti la ritenzione delle acque e la ricarica delle falde durante le piene, mentre la rilascia lentamente durante i periodi di siccità.

Di pari passo alla gestione delle aree naturali a monte, laddove viene immagazzinata la pioggia, dobbiamo ovviamente anche agire a valle riducendo gli sprechi, eliminando gli usi impropri ed evitando l’inquinamento.

Su questo aspetto si deve agire sia sul piano individuale sia sul piano collettivo.

I problemi italiani alla siccità

soluzioni alla siccitàLa gestione attuale della rete idrica è purtroppo vittima del sistema Italia: di tutti i litri immessi in rete, ben il 40% viene perso e non arriva a destinazione. In alcune zone si tocca addirittura punte fino al 70%. In questi tempi critici, queste percentuali sono inaccettabili per un paese che si dichiara civile.

Uno scandalo tutto italiano per cui l’Europa ci sta sanzionando è l’utilizzo delle acque refluee trattate nei depuratori.

L’Italia infatti ha violato diverse norme Ue sulla raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane di centinaia di aree sensibili dal punto di vista ambientale. Le acque reflue che hanno attraversato il processo di depurazione rappresentano una risorsa da non sprecare, soprattutto se si considera che la disponibilità di acqua dolce per gli utilizzi umani si riduce sensibilmente con il passare degli anni.

Oltre che dalle acque reflue, i problemi arrivano anche dall’agricoltura.

In Italia il settore agricolo assorbe ben il 60% dell’intera domanda di acqua del Paese.

Ed è proprio dall’agricoltura che dovrebbero arrivare le soluzioni più efficaci sia in termini di utilizzo sia in termini di consumo e inquinamento.

In alcuni paesi Europei, l’inquinamento causato da pesticidi e fertilizzanti utilizzati in agricoltura, rimane una delle cause principali della scarsa qualità delle acque, l’Italia ovviamente non fa eccezione.

Una recente indagine dell’Ispra ha individuato ben 299 sostanze inquinanti nelle acque interne campionate; sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei siti di monitoraggio e nel 32,2% in quelle sotterranee.

Il tema del consumo idrico in agricoltura e le sue soluzioni merita un video di approfondimento dedicato, se ti interessa fammelo sapere qui sotto nei commenti.

In questo contesto, ovviamente è facile puntare il dito sulla classe politica che sebbene ha le sue gravissime responsabilità, non è la sola responsabile del disastro che ci attende.

Non possiamo infatti ignorare che gli italiani sono i cittadini europei che utilizzano più acqua procapite.

Nella classifica dei consumi domestici, noi italiani abbiamo il primato con ben 120-150 metri cubi in media per ogni famiglia in un anno utilizzati, questo significa avere con un consumo medio individuale di circa 220 litri d’acqua al giorno.

Ho dedicato un video qui sul canale sulle 10 azioni che noi comuni cittadini dobbiamo fare per dare il nostro contributo alla lotta contro la siccità.

Il problema della mancanza di acqua riguarda tutti, ognuno deve fare il proprio dovere. Saremo capaci di rigenerare gli ecosistemi naturali? Saremo capaci di consumare meno acqua? Saremo capaci di sopravvivere come specie?

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