Quali sono le 10 peggiori specie invasive in Italia?
Scopriamolo insieme.
Ciao a tutti ragazzi, io sono Alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore dell’associazione Keep the Planet e oggi parleremo di alieni fastidiosi.
E non mi sto riferendo ad Alf o ET.
Non solo deforestazione, inquinamento plastico, bracconaggio e cambiamenti climatici, la biodiversità, così importante per salute degli ecosistemi naturali, è minacciata anche dalle specie invasive.
Puoi leggere l’articolo, o guardare il video sul canale Youtube di Keep the Planet:
https://youtu.be/pOZ5am7ZvFc
Prima di vedere quali sono le peggiori specie invasive in Italia, vediamo insieme alcuni termini.
Una specie è definita aliena o alloctona quando è stata introdotta in un luogo diverso da quello di origine accidentalmente, o deliberatamente dall’uomo.
Una specie aliena introdotta in un nuovo ambiente può diventare invasiva.
Questo accade quando questa nuova specie si adatta in maniera eccezionale nel nuovo habitat e la sua proliferazione inizia a minacciare gli equilibri interni dell’ecosistema.
Il fenomeno è conosciuto in tutti i continenti del mondo, nessuna nazione al mondo è esente dal problema.
Importante sottolineare che non tutte le specie aliene sono invasive, lo diventano solo quelle che nell’area di introduzione trovano le condizioni ottimali per riprodursi e diffondersi causando danni ecologici, economici e sanitari. Si stima che ogni cento specie aliene che arrivano in un’area, una sola diventi invasiva.
Nella sola Italia abbiamo ben 3000 specie aliene, di queste circa il 15% è anche invasiva.
Di fronte a questi numeri, è difficile stabilire le 10 peggiori specie invasive in Italia e probabilmente otterremo anche una classifica dal poco valore scientifico.
Tuttavia, tentar non nuoce.
Le 10 peggiori specie invasive in Italia
Al 10 posto delle peggiori specie invasive in Italia troviamo il giacinto d’acqua, una pianta originaria dell’Amazzonia capace di formare estesi tappeti di piante galleggianti non an- corate al fondo
Considerata come una delle piante acquatiche più invasive al mondo, si è introdotta in Italia in seguito al suo utilizzo come pianta ornamentale.
In condizioni ottimali, il giacinto d’acqua raddoppia la sua estensione in pochi giorni provocando seri danni agli ecosistemi colpiti.
I tappeti galleggianti di giacinto d’acqua possono infatti rallentare il flusso delle correnti, ridurre il passaggio di luce e la produzione di ossigeno da parte delle altre piante acquatiche, innescando in tal modo condizioni di anossia che possono interferire con la produzione di fitoplancton e in ultima analisi con la presenza di pesci.
Sempre rimanendo in ambienti acquatici, la nona posizione è occupata dalla rana toro americana.
Introdotta in Italia nel 1935, La rana toro americana è un anfibio originario dell’America settentrionale. Con i suoi 20 cm di lunghezza per oltre 1 kg di peso, è tra le rane più grandi in Europa.
Come tutte le rane è un predatore molto vorace, che si nutre di una gran varietà di animali, incluse altre specie di rane.
Da noi si è diffusa per molteplici motivi, oltre che essere utilizzata per scopi ornamentali, la specie è infatti allevata per la produzione di cosce di rana.
La specie è nota per essere un pericoloso vettore della chytridiomicosi, un’infezione fungina causata da Batrachochytrium dendrobatidis che rappresenta la causa primaria del declino degli anfibi in tutto il mondo.
All’ottava posizione della nostra classifica delle 10 peggiori specie invasive, abbiamo silurus glanis, noto anche con il nome di pesce siluro.
Originario dell’Europa orientale, dal bacino del Danubio verso est. È presente naturalmente in tutta l’Europa centro-orientale, mentre in Italia è stato introdotto da oltre 50 anni specialmente nella regione del PO.
Il siluro è un pesce che sta colonizzando in maniera consistente tutte le acque dolci lombarde, soprattutto perché è un pesce con pochissime esigenze ecologiche: non necessita infatti di acqua particolarmente pulita, ama molto la fanghiglia e il canneto, nel quale rimane nascosto a riposare durante le ore diurne, mentre nelle ore crepuscolari e durante la notte esce a caccia di altri pesci o uccelli.
Il pesce siluro rappresenta un problema serio per la biodiversità delle acque dolci italiane perché la sua presenza limita fortemente specie locali come l’alborella, la lampreda, la trota marmorata il luccio e molte altre ancora.
Settima posizione nella classifica delle peggiori specie aliene in Italia troviamo la zanzara tigre.
A differenza di tutte le specie viste fino ad ora, la zanzara tigre non reca danni ecologici legati perdita di biodiversità locale, ma piuttosto danni sanitari potenzialmente gravi.
Originaria del Sud-est Asiatico, è stata introdotta accidentalmente in diversi paesi europei tra gli anni Settanta e Novanta e da allora si è diffusa in maniera incontrollata in tutta Europa.
Le punture della zanzara tigre, come tutti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, sono estremamente fastidiose e causano talvolta forti reazioni allergiche e infiammatorie nelle persone molto sensibili.
Questa specie e di grande interesse sanitario essendo responsabile della diffusione del virus chikungunya e probabilmente del virus zika.
Nei paesi tropicali inoltre è portatrice di malattie gravi come la dengue, la febbre gialla e alcune forme di encefaliti. Nonostante queste malattie non siano ancora presenti nel nostro paese, non possiamo escludere che nel futuro prossimo questo non avvenga, considerando soprattutto il riscaldamento climatico che avanza.
Alla sesta posizione delle peggiori specie invasive troviamo l’ormai noto gambero rosso della lousiana.
Come suggerisce il nome, è un gambero d’acqua dolce originario della lousiana, negli Stati uniti, che agli inizi degli anni 90 venne importato in Italia da un’azienda toscana per iniziare un allevamento commerciale di questa specie.
Ovviamente, come sempre accade negli allevamenti, alcuni individui scapparono e in brevissimo tempo anche grazie all’assenza dei predatori naturali, le sue popolazioni invasero quasi tutto il territorio italiano.
Il gambero rosso della Louisiana ha tutte le caratteristiche delle specie invasive:
- ha una grande capacità di adattamento ai nuovi ambienti;
- resiste anche nelle zone inquinate;
- si riproduce velocemente in grande quantità;
- mangia praticamente di tutto.
A farne le spese, come sempre, la biodiversità locale.
Quinta posizione, attenzione ci stiamo avvicinando al podio, troviamo, ma ovviamente la nutria.
Originaria dell’America meridionale, la nutria è un grosso roditore dalla corporatura tozza e robusta.
Importata in Italia a partire dagli anni ’60 del secolo scorso per lo sfruttamento della sua pelliccia, oggi la specie è diffusa in quasi tutto il territorio nazionale.
Questa specie, particolarmente adattata alla vita acquatica, scava infatti complessi sistemi di tane vicino alle rive e agli argini del fiume provocando crolli ed esondazioni.
La gestione delle popolazioni di nutrie è un tema particolarmente caldo qui in Italia e certamente sarà tema di un video specifico.
La quarta posizione è occupata da una specie particolarmente dannosa per il futuro della biodiversità non solo italiana, ma dell’europa intera: il calabrone asiatico
Il calabrone asiatico è una vespa sociale originaria dell’sudest asiatico che si sta rapidamente espandendo anche da noi in Italia. Si ritiene che la specie sia arrivata per prima in francia nel 2004 attraverso un carico di vasellame proveniente dalla Cina. Il calabrone è una specie dannosa perché attacca altri insetti impollinatori selvatici e per l’ape da miele utilizzata dagli apicoltori.
La terza posizione, da buon biologo marino, la riserviamo all’alga killer caulerpa taxifolia.
La caulerpa è un’alga tropicale infestante del Mar Mediterraneo che cresce rapidamente a discapito delle praterie di posidonia oceanica, una pianta marina fondamentale per salute degli ecosistemi.
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Seconda posizione, oggi mi sto cercando dei problemi lo so, troviamo Felis silvestris catus, noto come il gatto domestico.
L’amico di milioni di italiani quando lasciato libero di scorazzare all’aperto rappresenta un pericolo per moltissime specie di rettili, anfibi, uccelli e mammiferi selvatici che vengono predati dagli oltre 7 milioni di gatti domestici presenti in Italia.
Parlare di gatti, tutela della fauna selvatica e nello stesso tempo mantenere un dialogo civile qui in Italia è particolarmente difficile.
I gatti sono animali domestici che si sono co-evoluti con gli esseri umani per migliaia di anni. Hanno subito un processo di domesticazione che li rende una specie diversa da quella selvatica. Come tale, non hanno più la necessità ecologica di predare in natura.
E’ giusto amare i gatti, ma è anche un dovere non essere i responsabili della riduzione della biodiversità nel nostro paese.
Dopo questa lunga lista, non ci resta che dichiarare il vincitore di questa triste lista delle peggiori specie invasive in Italia.
Sul gradino più alto del podio non può che esserci lui, homo sapiens sapiens.
Non importa da quale zona del mondo abbiamo avuto origine, ovunque andiamo modifichiamo l’ambiente naturale in maniera irreversibile senza pensare assolutamente alle conseguenze delle nostre azioni.
Siamo noi i responsabili dell’arrivo di tutte le specie invasive negli ecosistemi, siamo noi responsabili della perdita di biodiversità.
Siamo noi che dobbiamo risolvere il problema.