Il Brasile (ufficialmente denominato Repubblica Federale del Brasile) è uno Stato dell’America meridionale, che ha come capitale la città di Brasilia.
Questo Paese è uno dei più popolosi al mondo (considerata anche la superficie del suo territorio), anche se la maggioranza della popolazione vive sulle coste, soprattutto perché l’entroterra del Paese è occupato in prevalenza dalla selvaggia foresta Amazzonica.
Il Brasile confina con tutti i Paesi del Sud America eccetto l’Ecuador e il Cile: confina a nord con la Guyana francese, la Guyana, il Suriname, il Venezuela e la Colombia; a ovest con il Perù e la Bolivia; a sud con il Paraguay, l’Argentina e l’Uruguay; a est è bagnato dall’Oceano Atlantico.
Oggi, dopo alcuni passi avanti, il Brasile è purtroppo ritornato al centro dell’attenzione per quanto riguarda la conservazione del suo immenso patrimonio naturalistico per via delle scellerate politiche del nuovo capo del governo Bolsonaro.
Con leggi che vanno contro il buonsenso, il nuovo governo brasiliano ha iniziato una politica di espansione economica a discapito dell’ambiente eliminando diversi vincoli sulle aree protette del paese.
Questo scenario comporta l’enorme importanza per le associazioni ambientaliste di organizzarsi nelle loro attività rivolte alla conservazione.
Tutela ambientale in Brasile
Il Brasile ha un tasso molto alto di biodiversità, soprattutto dovuta alla presenza della foresta Amazzonica, che copre buona parte del territorio di questo Paese; ma anche alla presenza di un clima prevalentemente tropicale. Oltre all’Amazzonia, il Brasile ospita altri ecosistemi, ossia le riserve della foresta Atlantica e il Cerrado.
In particolare, la foresta Atlantica è stata negli anni passati quasi rasa al suolo per dare spazio alle piantagioni di banana e caffè. Per questo motivo, oggi numerosi sono i parchi nazionali, le riserve e oasi naturali individuate in quest’area, come ad esempio il Parco della Tijuca a Rio de Janeiro (che è l’area verde metropolitana più grande al mondo).
La foresta Amazzonica invece, è considerata il polmone verde della terra, essendo una delle foreste più estese del pianeta. Tuttavia anche questa foresta in Brasile è stata pesantemente colpita dal fenomeno della deforestazione, dovuta soprattutto al taglio della legna e alla creazione di campi coltivabili.
Nonostante i problemi ambientali, il Brasile rimane ancora oggi uno dei Paesi con il tasso più alto di biodiversità. Ci sono ad esempio in questo luogo splendide specie vegetali come le orchidee, le begonie e alcune palme rare e centenarie. Nonché specie animali di ogni tipo: invertebrati, mammiferi, volatili, rettili e anfibi.
Ad oggi, anche a causa dei problemi ambientali che affliggono il Paese, buona parte del territorio brasiliano è protetto, ci sono infatti aree di protezione ambientale, riserve Biologiche, stazioni ecologiche, foreste nazionali, aree di considerevole interesse ecologico, parchi Nazionali, ma anche numerose riserve private del patrimonio naturale, e oasi faunistiche. Ci sono poi anche molte unità di conservazione, che vengono gestite dagli stati brasiliani.
D’altra parte il governo del Paese ha negli anni stipulato diversi trattati ambientali per difendere il proprio ecosistema e garantire la conservazione delle specie animali e vegetali, tra cui: la Convenzione di Ramsar; il Protocollo di Montréal; il Protocollo di Kyoto sull’effetto Serra; la Convenzione di Basilea sui rifiuti tossici.
Esperienze di volontariato ambientale in Brasile
In Brasile operano diverse associazioni, organizzazioni ed enti pubblici per garantire la tutela ambientale. Dunque chi è interessato a recarsi in questo Paese per fare un’esperienza di volontariato per la salvaguardia dell’ambiente, può aderire ai numerosi programmi che le associazioni presenti sul territorio avviano ogni anno.
Tra le organizzazioni, ad esempio, c’è l’AIESEC che organizza progetti per la sostenibilità ambientale, e che collabora con l’ONU per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Uno di questi programmi è il “Planet Horses”, organizzato nella cittadina di Juazeiro, che ha come obiettivo l’individuazione delle principali problematiche ambientali della zona, al fine di ridurle mediante azioni concrete volte a migliorare la sostenibilità ambientale.
I volontari in questa esperienza sono chiamati a svolgere diverse attività, che vanno dal supporto nelle scuole e nelle comunità locali attraverso diverse attività di educazione al rispetto dell’ambiente, al riciclo dei materiali, alla raccolta differenziata, al piantare alberi e piante nei giardini delle scuole.
Un’altra esperienza di volontariato interessante da fare in Brasile, è poi quella da fare presso l’Associação de Cooperação Técnica para o Desenvolvimento Humano Outro Olhar, che è un’associazione che promuove lo sviluppo rurale attraverso l’integrazione delle comunità indigene. In particolare questa associazione lavora a stretto contatto con la comunità indigena dei Guaraní, ed ha l’obiettivo di migliorare la loro situazione sociale, economica e ambientale, riducendo l’esclusione sociale.
Le attività a cui volontari sono chiamati a collaborare in questa esperienza, possono riguardare: la promozione di iniziative che mirano alla generazione di reddito, all’autoconsumo (per esempio attraverso la produzione artigianale e di piante con proprietà mediche); nonché a fornire appoggio culturale per migliorare le tecniche di sfruttamento delle risorse, della loro conservazione, e, in generale il mantenimento della sostenibilità ambientale di queste popolazioni.
In Brasile è poi possibile collaborare anche in progetti che riguardano l’ecologia e la tutela della biodiversità brasiliana. Ad esempio, nella Betary Reserve c’è un’associazione no profit (IPBio) che promuove progetti di educazione ambientale e ricerca scientifica sulla biodiversità, l’ecologia e il comportamento delle specie di fauna e flora degli ecosistemi brasiliani. L’associazione opera principalmente nella Foresta Atlantica (che l’UNESCO ha dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità per le sue bellezze naturali), che ospita più di 2000 specie di uccelli, mammiferi, rettili e anfibi; nonché diverse specie di piante.
Sono diversi i progetti organizzati da questa associazione, ad esempio, uno di questi riguarda la ricerca sui funghi bioluminescenti, di cui esistono circa 80 specie sul pianeta. In pratica il programma mira a sviluppare un protocollo che permetta di coltivare questi funghi in laboratorio e in condizioni controllate. In particolare, vengono eseguiti esperimenti sulle composizioni del substrato dei funghi; sui metodi di sterilizzazione, di inoculazione e sulle tecniche di fruttificazione, per ottimizzare il processo di coltivazione.
Vi sono poi alcuni programmi che prevedono attività con gli animali. L’organizzazione infatti promuove anche l’attività di ricerca sugli anfibi, conducendo, in particolare, ricerche sull’etologia anfibia, sull’embriologia e sui virus che interessano le rane. I volontari in questa esperienza collaborano con lo staff dell’associazione, accompagnando lo sviluppo di girini e rane in cattività.
Ma presso la Betany Reserve gli eco – volontari hanno la possibilità di lavorare in vari progetti, che possono riguardare: fare un inventario degli alberi, dei funghi o degli anfibi; piazzare trappole fotografiche per il monitoraggio dei mammiferi; progetti di costruzione, di giardinaggio; oppure progetti ecologici per la tutela dei volatili e molti altri.